Tensione con Fratelli d'Italia, Provenzano: "Meloni aveva occasione per tagliare i ponti"

Sciogliere Forza Nuova e “tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista”. La mozione annunciata dal Pd arriva in Parlamento. I dem la sottoscrivono in blocco, sia alla Camera che al Senato. “I gravi fatti accaduti” si legge in riferimento all’attacco di sabato alla sede Cgil “non solo nulla hanno a che vedere con la libertà fondamentale di manifestazione del pensiero”, ma mettono in evidenza come “movimenti di estrema destra, dediti talvolta a rievocazioni considerate folcloristiche del passato regime, abbiano compiuto un salto di qualità”, riuscendo ad “infiltrarsi e ad intercettare” le proteste e il malumore di chi non condivide la politica messa in atto dal Governo sul Green pass. I parlamentari di M5S, Iv e Leu sottoscrivono la mozione. Enrico Letta chiama tutti i partiti all’unità e lancia un appello perché lo scioglimento di Forza Nuova “sia vissuto come un gesto unitario e non di parte. Dopo i gravi fatti di sabato tutti si riconoscano in una decisione che rende attuale e viva la Costituzione”, azzarda.

E’ un tweet del suo vice Peppe Provenzano, però, ad agitare gli animi. “Ieri Meloni aveva un’occasione: tagliare i ponti con il mondo vicino al neofascismo, anche in FdI. Ma non l’ha fatto. Il luogo scelto (il palco neofranchista di Vox) e le parole usate sulla matrice perpetuano l’ambiguità che la pone fuori dall’arco democratico e repubblicano”, mette nero su bianco sul social network. Da FdI si alza uno scudo di proteste. Meloni interviene secca: Provenzano “vorrebbe sciogliere il primo partito italiano (oltre che l’unica opposizione al governo) – sintetizza – Spero che Letta prenda subito le distanze da queste gravissime affermazioni che rivelano la vera intenzione della sinistra: fare fuori Fratelli d’Italia”. Poco dopo l’ex ministro per il Sud interviene a chiarire: “Nessuno si sogna di dire che Fdi è fuori dall’arco parlamentare o che vada sciolta. Ma con l’ambiguità nel condannare la matrice fascista si sottrae all’unità necessaria delle forze democratiche. Sostengano di sciogliere Forza Nuova”, ribadisce.

Anche Letta insiste: “Non vogliamo trasformare questo atto parlamentare un atto di parte: la Costituzione è di tutti, stiamo tutti insieme in questa battaglia per la difesa della Costituzione. Se ci costringeranno a viverla come battaglia di parte, noi, come è capitato altre volte, faremo i difensori della Costituzione”, avverte, invitando Meloni, Salvini e Tajani a non renderla una battaglia “destra contro sinistra”. Non solo, il leader dem, che guiderà i suoi sabato alla manifestazione organizzata dai sindacati, invita tutti i leader a partecipare. “Sarebbe un errore se non ci fossero. Nessuno di noi interpreta la manifestazione in chiave elettorale”.

In Parlamento qualcuno scommette sulla possibile spaccatura del centrodestra, ma alla fine una telefonata dei tre leader ricompatta le truppe. “Pronti a votare una mozione per chiedere interventi contro tutte le realtà eversive, non solo quelle evidenziate dalla sinistra”, è la linea. Salvini, poi, rilancia sulla manifestazione: “Scendiamo in piazza tutti insieme, un giorno dopo il voto e non un giorno prima, con il tricolore e senza altre bandiere (rosse), per condannare e isolare tutti i violenti, di ogni parte e colore. Il Pd accoglie questa proposta unitaria, o preferisce fare solo campagna elettorale?”.

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