Comunicazione del premier alle Camere in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì

Il quadro epidemiologico è “molto migliorato”, la campagna vaccinale procede “spedita”, la situazione economica “è in forte miglioramento” e la fiducia “sta tornando”: un mix che fa parlare il premier Mario Draghi, nelle consuete comunicazioni alle Camere prima del Consiglio europeo che si terrà domani e dopodomani, di “ragionevole ottimismo”. Anche se i temi sul tavolo di Bruxelles sono molti, a partire dai migranti che proprio l’Italia ha voluto all’ordine del giorno: sono sfide “che dobbiamo affrontare con molta attenzione e molto impegno per venire incontro alle richieste dei nostri cittadini”. L’Unione Europea, ne è certo il premier, “è la sede giusta per risolvere questi problemi, ma è importante che i nostri partner comprendano l’urgenza di trovare soluzioni rapide e condivise”.

Draghi sottolinea l’essenzialità dell’interlocuzione con il Parlamento che, assicura, avrà un ruolo “fondamentale” in tutta l’attuazione del Pnrr che ieri ha incassato l’ok della Commissione Ue. “Gli occhi dell’Europa sono sull’Italia, il successo del programma Next Generation Eu dipende in larga parte da noi”, ribadisce. L’obiettivo del governo, spiega il premier, “è superare in maniera duratura e sostenibile i tassi di crescita anemici che l’Italia registrava prima della pandemia”. Per farlo è essenziale che l’Europa mantenga una politica di bilancio espansiva senza però perdere d’occhio l’aumento del debito: quando la crescita sarà sostenibile bisognerà riprendere a tenerlo sotto controllo per rassicurare gli investitori. Ma la crisi è tutt’altro che passata, i rischi sono ancora forti. La pandemia deve essere tenuta sotto controllo, soprattutto per quel che riguarda “l’emergere e il diffondersi di nuove e pericolose varianti, che possono rallentare il programma di riaperture e frenare consumi e investimenti”. Anche per questo bisogna procedere nella campagna vaccinale “con la massima intensità”, continuando a concentrarsi “senza distrazioni” sui più anziani e i più fragili. L’altro rischio è legato all’inflazione, su cui bisogna “mantenere alta l’attenzione affinché le aspettative restino ancorate al target di medio termine. E dobbiamo monitorare il rischio di una divergenza tra l’economia della zona euro e quella statunitense”.

Ancora più complesso il capitolo migranti. A Bruxelles Draghi insisterà sulla necessità di una gestione “davvero europea” con un “impegno comune che serva a contenere i flussi di immigrazione illegali; a organizzare l’immigrazione legale; e aiutare questi paesi – in primis la Libia – a stabilizzarsi e a ritrovare la pace”. Il pressing italiano sarà in primis sui ricollocamenti, sottolineando la necessità di “una solidarietà obbligatoria verso i Paesi di primo arrivo attraverso la presa in carico dei salvati in mare” che al momento resta “divisiva” in Europa. “Serve un’alternativa di lungo periodo, per fare in modo che nessun Paese sia lasciato solo, assicura Draghi che vede invece i punti di convergenza sull’azione esterna dell’Unione e punta a “intensificare – in tempi rapidi – partenariati e forme di collaborazione con i Paesi di origine e di transito, in particolare con i Paesi africani”. Il Patto sulla Migrazione e l’Asilo proposto il 23 settembre del 2020, evidenzia, “ha il merito di ricercare un cambio di prospettiva” ma il negoziato in corso “dimostra che c’è ancora molto lavoro da fare”. Il governo, spiega il premier, vuole che il Consiglio “promuova un’azione più incisiva sui rimpatri, anche attraverso lo strumento dei rimpatri volontari assistiti, e che favorisca un impegno comune a sostegno dei corridoi umanitari”. Ma più in generale, “serve una maggiore considerazione dal punto di vista politico e finanziario delle rotte migratorie nel Mediterraneo centrale e occidentale. Oggi è privilegiata soprattutto la rotta orientale, sul piano giuridico e finanziario”.

Spazio al tavolo dei leader anche per la politica estera, a partire dalla Turchia con cui “il Consiglio intende sottolineare di nuovo la disponibilità dell’Unione Europea a cooperare in alcune aree di interesse comune, come la lotta ai cambiamenti climatici, la salute pubblica o la lotta al terrorismo. Siamo impegnati anche sul tema dell’Unione Doganale”. Ma, ripete Draghi, “ribadiremo la nostra preoccupazione per il rispetto dei diritti fondamentali in Turchia, come i diritti delle donne, i diritti civili e i diritti umani”. Per quanto riguarda la Russia “si farà riferimento alle conclusioni del Consiglio Europeo straordinario di maggio e si ribadirà l’impegno ai principi chiave che governano la relazione tra Ue e Russia”.

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