Cirinnà: "Da Ostellari una presa in giro per afffossare la legge"

Si va dalle ‘Famiglie numerose cattoliche’ a Platinette, dalla Cei e le comunità ebraiche al presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì, dall’osservatorio nazionale sugli abusi psicologici all’associazione ‘Ora et labora’, dalla Resistenza femminista alle ‘Assemblee di Dio in Italia, dall’Arcigay al popolo ‘Pro vita e famiglia’. Totale 170 audizioni. Il braccio di ferro sul decreto di legge Zan si consuma a colpi di liturgie parlamentari e articoli di regolamento.

Il presidente della commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari, relatore del provvedimento, disegna la nuova road map dei lavori e la bagarre è servita. “Un calendario con 170 audizioni è una presa in giro. Questa è la commissione Giustizia non ‘casa Ostellari’. Ormai il tentativo di affossare il testo in commissione è evidente, andiamo presto in aula senza relatore con la dichiarazione d’urgenza”, cinguetta – a lavori ancora in corso – la senatrice Pd Monica Cirinnà. “È evidente che il presidente ha come unica finalità quella di affossare la legge. Ha preso in ostaggio la commissione e sequestrato il ddl – le fa eco Franco Mirabelli – Credo che a questo punto si debbano riunire i presidenti dei gruppi favorevoli alla legge Zan per valutare come portare in aula al più presto il ddl”. E se Alessandro Zan, relatore del testo alla Camera, parla di “evidente segnale di forzatura democratica”, il M5S si dice pronto a intervenire in punta di diritto.

L’idea è quella di attuare la “dichiarazione d’urgenza”, prevista dall’art.77 del regolamento del Senato: un decimo dei componenti di palazzo Madama può chiedere du fissare un termine per l’inizio dell’esame di un provvediemento in Assemblea e poi è la stessa assemblea, a maggioranza, ad approvare o meno la richiesta. “Adesso basta, ho le firme pronte. Ho aspettato gli altri partiti di centrosinistra, adesso ho l’ok dei colleghi di Leu, spero arriveranno anche quelle del Pd. Il tempo di raccoglierle e procediamo”, assicura la pentastellata Alessandra Maiorino. Non tutti, però, concordano. E i distinguo si registrano anche tra i partiti che alla Camera hanno detto sì al provvedimento. “Mi sembra prematuro parlare ora di andare in aula, aspettiamo di vedere cosa succede in commissione. Non è che si possa andare in aula perché ci sono 170 audizioni. Cammin facendo si ridurranno, come si dice il tempo lavora meglio degli uomini”, dice sibillino il senatore di Italia viva Giuseppe Cucca.

Ostellari, in ogni caso, a passare per “occupatore” non ci sta. “Giovedì iniziamo con le prime audizioni, che saranno 170 in tutto. Senza confronto non c’è democrazia”, spiega. Ogni settimana, la seduta del martedì sarà dedicata alle audizioni. “Impossibile stabilire una data di fine dei lavori – spiega – ma adesso una struttura c’è”. Il relatore leghista è pronto al contrattacco: Pd e M5S lavorano per attivare la procedura d’urgenza? “La vedo complicata. Chi ipotizza scorciatoie non dà mai un buon esempio di democrazia – taglia corto – Credo che dovrebbero lasciare svolgere i lavori”. Quanto alle audizioni, sottolinea, erano 225. “Ne ho tolte 55 e non è stato semplice. Ho dato io stesso il buon esempio”.

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