Il leader della Lega pensa all'ex sindaco ma chiarisce: "Decideremo insieme con la coalizione"
Si scaldano i motori a Milano in vista delle comunali che si terranno il prossimo autunno. Al momento c’è solo un nome certo ed è quello del sindaco uscente Beppe Sala che sabato presenterà la sua lista. In attesa di capire come sarà composta, sul fronte del centrodestra il nome in pole è quello di Gabriele Albertini su cui è caduto il veto della Lega ma senza ancora una conferma ufficiale. L’ex sindaco meneghino ha aperto a un suo ritorno a Palazzo Marino e potrebbe aver già ricevuto il via libera da Matteo Salvini. “Decideremo insieme, però aver sentito dopo tanto tempo Albertini che parla delle Olimpiadi, della metropolitana, della Milano che verrà, dico che è stato bello aver parlato la stessa lingua, un estremo piacere”, ha commentato il leader della Lega alla tv locale Antenna3.
La scelta, assicurano dal centrodestra, sarà condivisa. “Ci sono molti candidati ottimi, personalità che hanno sicuramente percorsi di vita che sono importanti. Quindi, quando si troveranno i leader, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, sono sicura che sapranno scegliere il candidato migliore”, ha chiarito a LaPresse la coordinatrice lombarda di Fratelli d’Italia, la senatrice Daniela Santanchè.
Fronte opposto, la sola certezza è quella della ricandidatura dell’attuale primo cittadino. Il resto, alleanze comprese, è ancora da definire, a iniziare da una possibile alleanza centrosinistra-M5S.
“Sala presenterà la sua lista e sono sicuro che noi non ci saremo nella coalizione originaria, perché non ci sono motivi, contatti e presupposti, ma nei prossimi due mesi, da adesso a giugno ci saranno e sarà lì che si definiranno le posizioni”, ha spiegato Gianluca Corrado, capogruppo M5S a Palazzo Marino ed ex candidato sindaco alle scorse amministrative. Il nodo si scioglierà, spiega Corrado, in base a come andrà il progetto un’alleanza Pd-M5S a livello nazionale: se andasse il porto “non avrebbe senso farlo in tutta Italia e non a Milano” anche perché la posta in palio potrebbe essere più alta. Chiudere l’alleanza tra M5S-Pd a livello nazionale e poi su Milano, precisa ancora l’esponente M5S, “sarebbe mettere non una ma due gambine verso un progetto serio per le elezioni in Lombardia nel 2023, cosa che dovrebbe essere il motivo per giustificare tutte le parti ad attivarsi per un progetto su Milano”.
Dal Pd milanese è però arrivata l’ennesima chiusura. “Le alleanze si fanno sull’idea di città, come abbiamo sempre fatto a Milano anche nel 2016, non sulla tattica o su quello che succede ad altri livelli, anche nazionale”, ribatte Silvia Roggiani, segretaria metropolitana del Pd Milano che ricorda come sul tema alleanze valga più la voce locale che la nazionale. “Nel nostro statuto è scritto che c’è autonomia territoriale; anche nel 2016 – conclude – le abbiamo fatte su base locale, comprese quelle con forze politiche che stavano all’opposizione”.
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