L'ex premier in diretta streaming all'assemblea degli eletti

Non scioglie i nodi più importanti, da Rousseau al secondo mandato, alle alleanze, ma il primo passo è fatto per Giuseppe Conte. L’ex premier interviene, in diretta streaming, all’assemblea degli eletti M5S, ma non ancora come nuovo leader: il percorso è avviato, ci sono delle linee guida su cui si muoverà già dopo la pausa di Pasqua e una volta che il cerchio sarà chiuso prenderà le redini di quello che chiama già “il neo Movimento”. Beppe Grillo si collega, non mostrando il video né attivando il microfono, poi lascia la riunione su Zoom prima degli interventi di deputati e senatori. Senza parlare. Ascolta tutto, però.

Sente Conte tessere le lodi di chi ha portato il M5S fino al punto in cui è oggi: “Ha scritto pagine importanti della più recente storia politica italiana. Se volgete tutti lo sguardo indietro, potete essere orgogliosi e fieri di aver tenuto fede alle promesse”. Anche giustificando “errori e ingenuità, ma chi non li commette”, che comunque “non oscurano le battaglie per un’Italia più vivibile, verde, equa e solidale”. Davanti alla webcam l’ex premier si presenta in giacca e cravatta rossa alla sua nuova scrivania, con una libreria ben fornita alle spalle. Spiega la genesi della sua nuova avventura, partendo dall’assunto che alla fine del suo secondo mandato gli era chiaro che “non era possibile volgere lo sguardo alle sofferenze degli italiani, era urgente far nascere un nuovo governo” sulle ceneri del suo dopo “una crisi aperta in maniera irresponsabile, in piena pandemia”.

Nell’ormai famoso punto stampa ‘del tavolino’ “feci una promessa, a caldo: io ci sono e ci sarò. Non era una minaccia, ma il segno di un impegno”. All’epoca “non c’era un’idea di cosa fare, ma era netta la convinzione che un mio impegno non poteva che partire da questa fruttuosa collaborazione” con i Cinquestelle. Ecco perché il suo obiettivo ora è “con una frase forte: rifondare il Movimento”, ma “non è un’operazione di marketing”, semmai “una coraggiosa rigenerazione”. Senza cancellare il passato e alcune delle regole originarie, ma guardando al futuro. “Dopo Pasqua programmeremo una serie di incontri per ascoltare le vostre proposte, per condividere con noi il progetto finale”, dice Conte a parlamentari, eurodeputati, amministratori locali e consiglieri regionali.

Si parte dalla “democrazia digitale, con gli iscritti, che rimarrà un punto fermo”. Ma “proporrò una Carta dei principi e dei valori” e “una rivisitazione delle Cinquestelle, quelle della Carta di Firenze del 2009. Che non sono da rinnegare: sono 5, ma questa costellazione deve allargare il proprio orizzonte”. Con un nuovo Statuto che definisca “un chiaro assetto interno, con ripartizione inequivoca di competenze e ruoli”, ma “evitando di ricadere nei limiti della forma-partito tradizionale” e soprattutto “regole più ferree” contro “la formazione di correnti, cordate interne” che “cristallizzano posizioni di potere”.

Sul tetto del doppio mandato non dice nulla, ma parla di neo Movimento “accogliente ma intransigente, continuamente ossigenato da iniziative di cittadinanza attiva”, per cui chiede agli eletti “di non cedere all’istinto di sopravvivenza, di non pensare di perdere la propria piccola sfera di influenza”. Resta anche il concetto “uno vale uno” che “è il fondamento della democrazia – dice -. Ma quando si tratta di assumere funzioni istituzionali di responsabilità, occorrono persone oneste, capaci e con specifiche competenze”.

Conte vuole anche Forum permamenti, “chiamiamole piazze delle idee, in cui però non chiederemo di fare tessere, né di iscriversi”. Il fulcro dell’azione politica, però, resterà la democrazia diretta, in forma digitale, che “è la novità più rivoluzionaria che avete introdotto”, dunque “va promossa”. Ergo “le nostre decisioni continueranno a passare per una piattaforma digitale” al vaglio della base. Quale sarà, però, è ancora presto per dirlo. Perché della trattativa con Rousseau non fa cenno. In compenso ricorda che “la democrazia digitale è frutto della tecnologia, che non è neutra. Dobbiamo dirlo chiaramente: chi gestisce i processi, le modalità con cui vengono trattati i dati sono operazioni sensibili che chiedono massima trasparenza e chiarezza”.

Tra le proposte anticipate agli eletti, Conte parla di “Carta dei diritti degli imprenditori, è la prima volta”. Ma anche di “Carta dei diritti per le persone con disabilità, Carta dei diritti digitali” e “Carta dei diritti dei consumatori, per farli diventare consum-autori liberi e consapevoli delle loro scelte”. Infine, rivolge il suo appello: “Faremo in modo di valorizzare le tante intuizioni di Grillo e Gianroberto Casaleggio. Il nostro futuro avrà salde radici. Chiedo a tutti gli iscritti di continuare a fare ricorso a due qualità, onestà e coraggio”. Finito il discorso, Conte riceve il plauso social della sua nuova comunità: da Luigi Di Maio a Laura Castelli, da Francesco D’Uva a Paola Taverna. Il ghiaccio è rotto, ma ora le truppe aspettano le risposte dal suo nuovo generale. Possibilmente in tempi stretti.

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