La vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia a LaPresse: "La comunicazione gioca un ruolo fondamentale"
La legge sullo stalking, le campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e la lotta in Parlamento affinché lo Stato accompagni, anche se nel dolore, i figli delle vittime di femminicidio verso una vita dignitosa . Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, ha fatto della guerra a questa piaga sociale la sua missione e ora, mamma della piccola Vittoria, hanno un valore ancora più profondo le parole che molti genitori hanno condiviso con lei raccontandole la storia tragica delle proprie figlie. Intervistata da LaPresse ricorda come nacque la legge sullo stalking e quanto ancora c’è da fare per le donne e per un Paese migliore.
Il coronavirus secondo lei ha rallentato la lotta contro la violenza sulle donne e che significato ha questa giornata in piena pandemia?
L’emergenza ha accresciuto il rischio di violenza sulle donne: nell’88% dei casi infatti avviene in famiglia, durante un lockdown però non si sa dove fuggire e la casa diventa una prigione per troppe donne e troppi bambini. E’ una “pandemia-ombra senza confini dentro la pandemia Covid-19”, così come l’ha definita Dubravka Simonovic, la relatrice speciale dell’Onu per la violenza sulle donne. I centri antiviolenza e le case rifugio sono sempre rimasti attivi, ma sono convinta che per fronteggiare questa emergenza dobbiamo formare il personale di primo intervento e preparare gli operatori sanitari a gestire casi di violenza domestica. Loro, le forze dell’ordine, i medici, gli insegnanti, gli psicologi devono avere gli strumenti per riconoscere una situazione di pericolo. Servono prevenzione e protezione, perseguimento dei colpevoli e politiche integrate.
Cosa si può fare in concreto?
Oltre all’applicazione delle buone leggi che abbiamo in Italia è fondamentale innescare un cambiamento culturale ed in questo la comunicazione gioca un ruolo fondamentale. Le notizie relative alle linee telefoniche di emergenza e alle possibilità di supporto che esistono devono essere pubblicizzate e diffuse il più possibile. E’ la ragione per cui la Campagna #nonènormalechesianormale in collaborazione con il Dipartimento Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri e la ministra Elena Bonetti, Carrefour Italia, Associazione Differenza Donna, WeWorld Onlus è arrivata quest’anno nei supermercati, un luogo frequentato da tutte e da tutti. Dobbiamo allargare il cerchio dell’informazione e della sensibilizzazione.
Lei è stata in prima linea come donna, ministro e esponente di Forza Italia contro questa piaga, il Paese però sembra in affanno sia nella prevenzione che nel dopo (parlo dei fondi destinati ai figli delle vittime) . Cosa manca all’Italia per vincere questa guerra?
Capire che la violenza ha cause strutturali, non occasionali, e agire su quelle con decisione. La violenza affonda le sue radici nella disuguaglianza di genere, e in Italia nella difficoltà per le donne di trovare lavoro, conciliarlo con la vita familiare, con la maternità, con l’assistenza a anziani e disabili. E’ impossibile essere libere e vivere sicure se le cose vanno così. La pandemia ha esacerbato questa situazione, mentre i lavori svolti dalle donne rispetto a quelli degli uomini sono quasi due volte più instabili a causa della pandemia e nei settori più a rischio di contagio i due terzi dei lavoratori è donna. In passato gli ambiti più colpiti dalle crisi erano l’industria manifatturiera e l’edilizia, ambiti maschili, invece il Covid-19 ha messo in ginocchio l’assistenza all’infanzia, il commercio, il turismo, settori in cui lavorano molte donne. In Italia il tasso di occupazione femminile, già il più basso in Europa prima della crisi, è sceso dal 51% circa nel 2019 al 48,4% nel 2020, con punte più basse al Sud, dove 7 donne su 10 non lavoravano. E l’ultimo rapporto Caritas sulla povertà dice che le donne in cerca di aiuto erano il 50,5 nel 2019, ora sono il 54,4%, in prevalenza madri. Le leggi contro la violenza, tutte le azioni che si intraprendono sul territorio sono indispensabili ma dobbiamo agire a monte, sostenere e aumentare l’occupazione femminile, destinare buona parte del Recovery Fund a interventi strutturali di welfare, per far crescere il Pil e aumentare la ricchezza di tutti. Pensi che l’UE stimava nel 2019 che la sottoccupazione delle donne europee ci costa 370 miliardi di euro l’anno, Bloomberg reputa che l’accesso al lavoro di tutte le disoccupate permetterebbe un aumento del Pil italiano fino a 88 miliardi.
Lei ha portato in parlamento tante storie. Ce n’è una che le è rimasta nel cuore e perché?
Sì, e riguarda la nascita della legge sullo stalking. Parlai con Rosa Tripodi, madre di Antonella Multari, 33 anni, accoltellata dall’ex fidanzato in mezzo alla strada, a Sanremo, in pieno giorno, mentre era con un’amica. L’assassino, Luca Delfino, dopo la rottura della relazione l’aveva perseguitata e le aveva usato violenza in ogni modo. Era stato denunciato per minacce, percosse, violenza privata e molestie dalla madre di lei, ed era un uomo ben noto alle forze dell’ordine, sospettato di un altro omicidio, anch’esso commesso con il coltello, nel centro di Genova. La vittima era Luciana Biggi, anche lei una ex fidanzata di Delfino. La magistratura non aveva trovato abbastanza prove per metterlo in carcere, la legge sullo stalking non esisteva, per questo Delfino aveva potuto uccidere ancora. Il dolore della madre di Maria Antonietta mi spezzò il cuore. Capii che bisognava colmare una lacuna legislativa che non si riusciva a coprire ricorrendo ad altre fattispecie come i maltrattamenti in famiglia, minacce, lesioni, molestie, ingiuria e diffamazione. Scrissi in un mese la legge sullo stalking, la portai in Consiglio dei Ministri dove trovai pieno appoggio, presentammo un decreto in Parlamento e, grazie a un’alleanza trasversale tra le donne, ma non solo, in pochi mesi lo stalking entrò a far parte del nostro ordinamento. Questo è il significato più nobile e alto della politica: rispondere ai bisogni delle persone e quando qualcuno mi ringrazia per la legge sullo stalking ancora mi emoziono e so di aver dato uno strumento potente alle donne per difendersi.
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