Roma, 28 set. (LaPresse) – "Significa trasformare le correnti in aree creative di pensiero, di cultura, di egemonia progettuale e ideale. Significa capovolgere la piramide dare ruolo ai territori e agli amministratori, ricollocare gli eletti alle differenti zone del Paese e non ai capi corrente. Significa costruire sedi autorevoli di direzione, riconosciute e di alta qualità, capaci effettivamente di costruire un gruppo dirigente attorno al segretario. Significa guardare a noi stessi, ma anche a un campo più largo di forze che pur mantenendo la loro autonomia, innervino la politica della sinistra e democratica e contino nelle scelte, per evitare che esse affluiscano e defluiscano nella scena politica come onde che non lasciano un segno", aggiunge Zingaretti. "Ma non è, come è ovvio, solo un lavoro organizzativo quello che serve. Serve anche e soprattutto lavoro culturale. L'antipolitica è un dato strutturale della società italiana. L'invettiva rozza e opportunistica una pratica diffusa. Troppi vogliono lasciare il popolo in uno stato di poverta' culturale, perché pensano di poterlo manovrare meglio. Lo abbiamo detto tante volte. Quel popolo non va respinto, ritenuto estraneo; altrimenti si diventa una oligarchia che invoca il riformismo ma realizza nel concreto la disfatta delle nostre idee. Quel popolo va affrontato, in un confronto serrato, in un corpo a corpo paziente ma risoluto, affinché si aprano spazi di dialogo vero, di reciproca conoscenza, di crescita di tutti in una esperienza comune. E, infine, una nuova organizzazione così come la battaglia culturale, debbono alimentare la pratica politica. La politica è sempre pratica politica, se vuole evitare di diventare ideologica o improduttiva e astratto posizionamento".
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