Il governatore lombardo, indagato per frode in pubbliche forniture, difende l'operato suo e della sua giunta: "Negozio corretto, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento"
Il governatore lombardo Attilio Fontana, indagato per frode in pubbliche forniture nell'inchiesta sulla fornitura di camici da parte della società del cognato, interviene in Consiglio regionale a Milano e va all'attacco. "Contro di me polemiche sterili e strumentali", sostiene il presidente della Regione, convinto che "giorno dopo giorno la verità verrà a galla". "Sono venuto qui – ha dichiarato Fontana – per voltare pagina con la volontà di andare oltre per guardare sfide e opportunità che ci aspettano". Tutte le forze di opposizione chiedono però le dimissioni del governatore lombardo coi 5 stelle che confermano di aver già preparato una mozione di sfiducia.
"Il mio coinvolgimento, se di coinvolgimento si può parlare, non è nulla di più, nulla di meno se non che Regione Lombardia non ha speso un euro per i 50mila camici", spiega Fontana entrando nel merito della vicenda finita sotto indagine, cioè la fornitura di camici alla Regione da parte di Dama Spa.
"L'inchiesta di Report – prosegue – è stata annunciata con toni scandalistici. La vicenda è stata divulgata dalla più diffusa disinformazione. Ora se ne sta interessando la magistratura, che mi attribuisce un ruolo sulla fornitura" di camici "da onerosa a gratuita. Sapevo che Dama si era dichiarata disponibile a rendersi utile per fornire un contributo. Anche la fornitura di camici rientrava in questa disponibilità. Sono tuttora convinto che si sia trattato di un negozio corretto. Ma poiché il male è negli occhi di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare" al pagamento. "Su questo aspetto sono stato facile profeta. La magistratura sta lavorando su questo punto ipotizzando" una diversa ricostruzione dei fatti, ha aggiunto.
"Sono il presidente della Regione Lombardia. Sono il presidente che non si è arreso al Covid-19 e non intende arrendersi dinanzi a nulla. Intendo guidare con orgoglio, con immutato entusiasmo questa regione. La Lombardia è libera e, come tale, va lasciata". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, concludendo il suo intervento in Consiglio regionale.
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