Frizioni nella maggioranza, renziani e Pd vogliono approfondire. Il capo politico M5S chiede che i commercianti non vengano penalizzati
La partita sulla manovra non è finita, anzi. I pentastellati, con Luigi Di Maio in testa, spingono per ridiscuterne alcune porzioni di testo, ma il premier Giuseppe Conte frena. Il ministro degli Esteri spinge per una riunione lunedì ma Conte, da Bruxelles, sottolinea che il prossimo Consiglio dei ministri sarà dedicato principalmente ad un decreto sul terremoto. Certo, i testi della manovra sono stati approvati ‘salvo intese’, formula che permette di rivederli. Per il premier, quindi, sono possibili ulteriori ragionamenti, ma fa capire che le linee guida restano quelle.
Le componenti della maggioranza, però, non sembrano essere dello stesso avviso. Di Maio spinge sul carcere per i grandi evasori, ma il Pd e Italia viva vogliono approfondire il tema. Il segretario dem Nicola Zingaretti, in conferenza stampa al Nazareno, sottolinea che l'accordo è di discuterne nelle prossime settimane. "Le manette non risolvono i problemi, anche se l’evasione rimane un reato grave", sottolinea un osservatore esterno, il presidente uscente Anac Raffaele Cantone.
La questione dei reati tributari viene affrontata in un apposito vertice mattutino a Palazzo Chigi cui partecipano tra gli altri il senatore di LeU Pietro Grasso e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Nella riunione, a quanto si apprende, si sarebbe fatto qualche passo avanti. Carcere e confisca pesante potrebbero essere inseriti in fase di conversione del decreto fiscale, con un emendamento ad hoc. Ma le truppe renziane scalpitano, facendo capire che la partita non è chiusa.
Il capo politico pentastellato affianca la richiesta di carcere e confisca alla difesa degli esercenti. "Chi evade se ne frega, mentre i commercianti hanno soltanto degli adempimenti in più", spiega da Washington in diretta Facebook, dicendosi poco convinto dall’idea di sanzionare i negozianti che non si attrezzano con il Pos per accettare pagamenti con carte. Gli esercenti, a sentire il leader M5S, preferiranno le multe piuttosto che le commissioni bancarie. Si dovrebbe quindi spingere le banche ad abbassare questi costi.
Altro terreno di scontro è sulla sugar tax. Dopo giornate di polemiche, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri annuncia che la tassa ci sarà. Non riguarderà le merendine, come annunciato originariamente, ma le bibite zuccherate. Plaude il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, che aveva lanciato la proposta finendo nell’occhio del ciclone. Ora Fioramonti chiede che i proventi della tassa vadano alla scuola. Ma Luigi Marattin, esponente del gruppo Italia Viva di Renzi, suona l’altolà: "Non è una buona idea, proveremo ad eliminarlo in fase parlamentare".
Ed è proprio tra Camera e Senato che si consumeranno gli scontri tra le diverse anime dell’esecutivo giallo-rosso, al di là del nuovo passaggio formale a Palazzo Chigi che potrebbe esserci o meno. I pentastellati, infatti, sarebbero scontenti anche per il congelamento della Flat Tax attualmente in vigore per le partite Iva fino a 65mila euro.
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