L'esecutivo ieri ha incassato il voto positivo di Palazzo Madama dopo il sì alla Camera. In aula Salvini attacca il premier: "Imbarazzante". Il presidente del Consiglio replica: "Comprensibile che per chi voleva pieni poteri gli amici di ieri oggi siano nemici". Sui migranti: "Basta con l'ossessione porti chiusi - porti aperti"

Il Governo Conte bis ieri ha ottenuto la fiducia anche al Senato con 169 sì, 133 no e 5 astenuti, tra cui il dem Matteo Richetti. Dopo il sì della Camera è arrivato quindi anche quello di Palazzo Madama. In aula parla prima Matteo Salvini e picchia duro sull'avvocato: "Presidente Conte io non la invidio, quella è una poltrona figlia di slealtà, non riuscirei a occuparla nemmeno per un quarto d'ora, resto senza poltrona ma con la mia dignità e l'affetto degli italiani". "Giuseppe Conte è semplicemente imbarazzante. Lo diceva il 7 agosto una persona che voterà la fiducia – sottolinea il capo del Carroccio -. Io ai miei figli, parlerò a testa alta, con una poltrona in meno ma tanta dignità in più", ha proseguito l'ex vicepremier.

Poi replica il capo del governo che senza nominarlo si rivolge al segretario del Carroccio: "Assegnare agli altri le proprie colpe è un modo per rimanere deresponsabilizzati a vita, non affrontare le conseguenze delle proprie azioni. E' un modo certo, a mio parere non il migliore, per non perdere la propria leadership. Errare è umano, addossare agli altri colpe dei propri errori è il modo migliore in politica di  conservare la propria leadership". In un intervento molto più breve di quello di lunedì alla Camera, Conte tocca il tema migranti: "Chiedo a tutte le forze politiche e a tutti i cittadini di evitare di concentrarci ossessivamente sul tema 'porti aperti – porti chiusi'", afferma il presidente del Consiglio, che spiega: "Avremo un approccio multilivello, lavoreremo per contrastare l'immigrazione clandestina, lavoreremo con i Paesi di origine e di transito, lavoreremo su una più completa integrazione di chi ha diritto a stare sul nostro territorio.Dobbiamo lavorare sul tema dei rimpatri, in questo momento abbiamo pochi accordi. Va gestito a livello europeo, dobbiamo lavorare per modificare il decreto di Dublino".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata