Roma, 18 apr. (LaPresse) – Il 'fumus' dell'indagine per corruzione a carico del sottosegretario leghista Armando Siri è nel "contenuto di alcune conversazioni tra l'indagato Paolo Franco Arata ed il figlio Francesco (alla presenza anche di terzi) nelle quali si fa esplicitamente riferimento alla somma di denaro pattuito a favore di Armando Siri per la sua attività di sollecitazione dell'approvazione di norme che l'avrebbero favorito". È quanto si legge nel decreto di perquisizione in cui si indica la presunta mazzetta da 30mila euro promessa dall'imprenditore al sottosegretario. Nel decreto, firmato dal procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo e dal sostituto procuratore Mario Palazzi, si scrive della "incessante attività promossa da Siri per l'approvazione delle norme" legate al settore eolico che interessavano ad Arata.
Durante l'operazione, partita da Palermo e della quale una tranche è arrivata a Roma per competenza, sono state eseguite numerose perquisizioni.
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