Prima i sindaci, ora i governatori: si allarga il fronte dei contrari al provvedimento voluto da Matteo Salvini

Prima i sindaci, ora i governatori: cresce il fronte dei contrari al decreto sicurezza. Dopo quello della Toscana Enrico Rossi, anche Sergio Chiamparino e Catiuscia Marini, presidenti del Piemonte e dell'Umbria, sono pronti a portare il provvedimento voluto da Matteo Salvini di fronte alla Corte Costituzionale.

Secondo Chiamparino: "sono evidenti le gravi conseguenze che il decreto avrà sul territorio regionale, creando di colpo una massa di 'invisibili' di cui in qualche modo la Regione e i Comuni dovranno comunque occuparsi, nel campo della sanità e delle politiche sociali". Una posizione condivisa anche da Marini, che sottolinea come "gli stranieri entrati regolarmente nel nostro territorio vengono posti in uno strano limbo e penalizzati dal decreto, con grave lesione dei diritti umani e del rispetto della dignità di ciascuna persona".

Intanto, mentre il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ribadisce che il porto di Napoli è aperto per accogliere i migranti che da più di 14 giorni sono in alto mare a bordo della Sea Watch, Leoluca Orlando, primo cittadino di Palermo, accoglie con entusiasmo l'annuncio del ricorso alla Consulta dei governatori contro il dl sicurezza. Una mossa che vorrebbe fare lo stesso Orlando, tanto da chiedere di essere indagato da qualche magistrato per la sua disobbedienza al decreto: "Purtroppo non posso andare direttamente alla Corte Costituzionale perché ci posso andare solo attraverso il governo, il Parlamento o le Regioni e a tal proposito io cerco disperatamente un giudice che impugni i miei provvedimenti e se c'è qualcuno disposto a fare ciò, lo faccia! Perché questo mi consentirebbe di sollevare in quella sede l'anticostituzionalità del decreto".

Da Bolzano il sindaco Renzo Caramaschi, pur non entrando nel merito del provvedimento, sottolinea però come il decreto Salvini "sia a tutti gli effetti legge dello Stato e come tale vada applicato". Fino al pronunciamento della Corte quindi i sindaci devono "farlo rispettare a prescindere dalla loro condivisione, a meno che non si voglia scardinare lo stato di diritto della Repubblica italiana".

Chiamparino – "Ci rivolgeremo alla Corte: proprio stamattina ho avuto conferma dalla nostra avvocatura – che su questo si sta anche confrontando con i colleghi della Regione Toscana – che esistono le condizioni giuridiche per il ricorso alla Consulta, visto che il decreto, impedendo il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi umanitari, avrà ripercussioni sulla gestione dei servizi sanitari e assistenziali, di nostra competenza, che la Regione ha finora erogato ai migranti interessati". Così, intervistato da Sky, il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino. "Noi – ha specificato – continueremo a fornire le cure necessarie, in base al principio universale che quando una persona sta male deve essere curata, ma sono evidenti le gravi conseguenze che il decreto avrà sul territorio regionale, creando di colpo una massa di 'invisibili' di cui in qualche modo la Regione e i Comuni dovranno comunque occuparsi, nel campo della sanità e delle politiche sociali, con evidenti e paradossali ripercussioni negative proprio sul terreno della sicurezza e della convivenza civile". 

Marini – La presidente dell'Umbria Catiuscia Marini ha proposto alla Giunta regionale di sollevare la questione di costituzionalità di fronte alla Consulta rispetto al decreto sicurezza, ribadendo la sua ferma volontà "di mantenere inalterati i livelli dei servizi e dei diritti riconosciuti agli stranieri entrati regolarmente nel nostro territorio ed oggi posti in uno strano limbo e penalizzati dal decreto, con grave lesione dei diritti umani e del rispetto della dignità di ciascuna persona, una situazione che genera peraltro problemi sociali nelle singole città della regione e rende complicato l'intervento sociale da parte delle istituzioni locali". Lo fa sapere in una nota la Regione.

Nel corso dell'odierna seduta della Giunta l'assessore alle Riforme Antonio Bartolini ha evidenziato come il decreto sicurezza presenti profili di palese incostituzionalità che vanno ad impattare su tutte le più importanti materie di legislazione regionale quali la salute, l'assistenza sociale, il diritto allo studio, la formazione professionale e le politiche attive del lavoro, l'edilizia residenziale pubblica: infatti il decreto, nell'eliminare i permessi di soggiorno per motivi umanitari e togliendo il diritto di residenza ai richiedenti asilo (su cui diversi sindaci italiani stanno esercitando il diritto di obiezione di coscienza) "sta creando un vero e proprio 'caos' normativo e legislativo e confusione nelle responsabilità dei funzionari di Regione, Asl, Agenzie e Comuni e parallelamente una 'corsa ad ostacoli' per gli stranieri che, entrati con un regolare permesso di soggiorno, oggi o sono riportati – con legge dello Stato – nella clandestinità e nell'irregolarità o gli viene tolta la residenza". 

"Con la conseguenza – si legge ancora nel comunicato – che i vari diritti riconosciuti, soprattutto mediante la legislazione regionale, come il diritto alle cure mediche e ad usufruire dei servizi sanitari, il diritto allo studio, comprese le provvidenze per gli studenti universitari, la formazione professionale che viene erogata soprattutto agli immigrati, con benefici per il nostro apparato produttivo, o vengono compromessi o ne viene aggravato l'esercizio, per cui il percorso all'integrazione viene interrotto determinando insicurezza sociale". La Giunta regionale dell'Umbria ha inoltre deliberato di avviare il percorso per l'approvazione di un disegno di legge 'salva-regolari' "che mantenga inalterati, a garanzia di tutta la comunità regionale e in attesa del giudizio della Corte, i diritti sociali ed umani garantiti nel nostro territorio regionale a quegli stranieri entrati regolarmente in Italia e che ora sono stati privati delle proprie legittime aspettative dal decreto sicurezza". La Giunta – fa sapere anche la Regione – sosterrà anche le azioni legali intraprese dai Sindaci, mediante gli opportuni strumenti giuridici a disposizione. "Le misure intraprese oggi dalla Giunta regionale – ha detto la governatrice Marini – sono in continuità con la tradizione millenaria di civiltà del popolo umbro, improntata ai principi di convivenza pacifica e solidarietà, sempre vicina a chi ne ha bisogno: nessuno di coloro che vivono in Umbria verrà abbandonato al suo destino, umbri e non, con buona pace dei disseminatori di odio. Questa è la terra di San Francesco e San Benedetto, è la terra della spiritualità che si è fatta accoglienza, è la terra dell'impegno laico, civile, solidarista e pacifista. Ai nostri valori ispirati alla Carta costituzionale e alle convenzioni internazionali di salvaguardia dei diritti dell'uomo – ha concluso Marini – non rinunciamo". 

Orlando – "Vorrei che sia chiaro che né io né tutti gli altri sindaci schierati contro il dl sicurezza abbiamo intenzione di fare propaganda, come in molti ci accusano invece di fare, il nostro è un impegno morale, il mio è un comportamento da sindaco istituzionale che tiene conto delle norme istituzionali e del diritto alla sicurezza perché trasformare in illegali tutti coloro che si trovano sul territorio di Palermo e legalmente sul territorio nazionale, è un'operazione criminogena che produce illegalità". Lo dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ai microfoni di Radio Cusano Campus. "Ho dato la disposizione di servizio agli uffici di sospendere questo decreto il 21 dicembre scorso senza dare alcuna notizia alla stampa perché lo considero un dovere di ufficio, un dovere da sindaco, avendo valutato che alcune norme riguardo il decreto Salvini avrebbero violato i diritti umani e la sospensione rispetto alcune norme che riguardano l'aspetto comunale, l'ho decisa per evitare di scaricare sui dipendenti comunali la responsabilità, nonostante abbia firmato un atto formale il 21 dicembre perché sono convinto che queste norme sono anticostituzionali anche se purtroppo non posso andare direttamente alla Corte Costituzionale perché ci posso andare solo attraverso il governo, il Parlamento o le Regioni e a tal proposito io cerco disperatamente un giudice che impugni i miei provvedimenti e se c'è qualcuno disposto a fare ciò, lo faccia!"

"Perché questo mi consentirebbe di sollevare in quella sede l'anticostituzionalità del decreto alla Corte Costituzionale – spiega Orlando – Se c'è qualche Magistrato che vuole farlo perché si pensa che io abbia commesso un reato, per favore mi indaghi! Per evitare di aspettare che arrivi qualcuno io ho dato predisposizione avanti al Tribunale civile perché in quella sede io mi presenterò e chiederò che venga sollevata la questione alla Corte Costituzionale. Intanto ho già appreso che alcuni Presidenti di Regione hanno annunciato ricorso e finalmente la questione viene messa avanti a un giudice; il Presidente della Regione Toscana si è già schierato con me e oggi riunisce la giunta per deliberare l'impugnazione anticostituzionale e finalmente avremo un giudice che potrà valutare la vicenda. Sono talmente eversivo che chiedo un giudice per verificare l'anticostituzionalità della legge". 

"Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha poteri decisionali riguardo l'apertura dei porti e dimostra tutt'ora di essere in balìa delle decisioni nervose del ministro degli interni, in contrasto con le convenzioni internazionali sul diritto del mare che vengono violate sistematicamente – aggiunge Orlando – Non c'è rispetto per le persone, non c'è sensibilità nei loro confronti; vorrei ricordare che sono persone con dei problemi non un problema da risolvere. Questo decreto Salvini non è un'offesa ai migranti ma un'offesa agli italiani, alla nostra cultura dell'accoglienza. Luigi Di Maio si dimostra più aperto alla questione rispetto Salvini? E allora quanto altro tempo vuole aspettare prima di prendere la decisione in mano? Sostanzialmente Di Maio, Toninelli e Salvini sono tre personaggi talmente nervosi che avrei difficoltà anche a metterli su un palcoscenico nell'opera dei pupi."

De Magistris – "Io ho già chiesto al Comandante, poi lui farà le valutazioni anche in base al meteo e a tante cose, che se dirige la prua verso Napoli. Il porto di Napoli, adesso, mentre parliamo, è aperto. Me lo ha confermato il Presidente dell'Autorità portuale …. E se anche lo dovessero chiudere se la barca arriva in acque internazionali prima di entrare nel porto ci sono 400 imbarcazioni (pronte a prestare soccorso, ndr). Nella prima di queste imbarcazioni ci sarò io con la fascia tricolore". Queste le parole di Luigi Magistris, sindaco di Napoli, ad Agorà Rai Tre, sulla situazione delle due navi al largo di Malta. 

Sindaco di Bolzano – Il sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, in riferimento al tema dell'accoglienza ai migranti e agli effetti del decreto Sicurezza, rispetto ad alcune prese di posizione di esponenti di alcuni comuni altoatesini, evidenzia, in una nota, come il Decreto Salvini "sia a tutti gli effetti legge dello Stato e come tale vada applicato dai sindaci, non nella loro veste di responsabili dell'amministrazione comunale, ma come ufficiali di Governo, dovere al quale gli stessi sindaci, non possono sottrarsi". "Altro è il giudizio politico condivisibile o meno, così come ad altri toccherà eventualmente sollevare la questione di incostituzionalità del decreto che dovrà essere vagliata dalla Suprema Corte", ha aggiunto. "Non spetta dunque ai sindaci valutare le singole norme, bensì farle rispettare a prescindere dalla loro condivisione, a meno che", aggiunge Caramaschi, "non si voglia scardinare lo stato di diritto della repubblica italiana".

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