Duello tra i due vicepremier dopo l'incontro con i rappresentanti delle aziende al Viminale
L'obiettivo comune è quello di normalizzare i rapporti con il mondo delle imprese. Per raggiungere la pace, però, si è scatenato un duello potenzialmente fratricida tra i due azionisti di maggioranza del governo. I protagonisti sono Matteo Salvini e Luigi Di Maio, in continuo contatto, seppur in separata sede, con gli imprenditori, critici verso la manovra e desiderosi di trovare una risposta alle proprie istanze sul mondo del lavoro. Ufficialmente il primo passo l'ha fatto negli ultimi giorni il leader del Carroccio, incontrando al Viminale quindici associazioni delle categorie produttive che avevano protestato a Torino a sostegno della Tav. Due ore domenicali per un dialogo definito "proficuo".
Attenzione però, perché il leader M5S non sembra averla presa benissimo, rivendicando tutte le sue prerogative da titolare di Sviluppo economico e Lavoro. "Tutti i ministri hanno il dovere di incontrare sempre le imprese. Come ha detto Boccia ora ci aspettiamo i fatti – ha spiegato dopo la firma del Protocollo di intesa con la Regione Lazio su Wi-fi -. E i fatti si fanno al Mise, che si occupa di imprese. Ieri ci sono state parole". Poi rincara la dose, punzecchiando proprio l'altro vicepremier: "Ieri c'erano poco di dieci sigle, domani ne riuniamo oltre 30 di tutti i comparti".
Ovviamente, l'altro lato della barricata non rimane in silenzio. Anzi, incontrando le sedi territoriali lombarde di Confindustria, Salvini rilancia: "A me interessa la sostanza, io incontro, ascolto, trasferisco, propongo, miglioro. Poi a me interessa che il governo nel suo complesso aiuti gli italiani. Ognuno fa il suo". La paura M5S è che gli industriali, soprattutto al Nord, possano essere convinti dalle sirene salviniane; ecco allora che Di Maio ha già in canna due nuovi tavoli, in programma (ovviamente al Mise) martedì 11 dicembre.
Uno con le pmi per "creare un tavolo permanente che segua il percorso della legge di bilancio e del decreto semplificazioni", l'altro con i costruttori di auto per rassicurare sull'eco-tassa, che sarà modificata al Senato.
Ma gli imprenditori cosa dicono della nuova sfida tra Matteo e Luigi? Sembrerà un paradosso, ma a fare da collante potrebbe essere a sorpresa proprio il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
"Salvini ha dato un segnale", dice il numero uno degli industriali, che ora vuole sciogliere il dubbio se "se questo è da considerarsi un segnale di governo o solo di una parte politica". L'auspicio è che "sia di tutto l'esecutivo", ma la certezza ancora non c'è.
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