Clima disteso dopo l'incontro a Bruxelles tra il presidente della Commissione europea e il premier italiano. Il leghista ammorbidisce la posizione sul rapporto deficit/Pil al 2,4%
Fiducia, tempo e ora anche l'attesa apertura di Matteo Salvini. Dopo la missione di Giuseppe Conte e Giovanni Tria a Bruxelles, il tavolo con l'Ue è finalmente aperto, anche se Palazzo Berlaymont ha fatto capire che senza nessun cambiamento alla Legge di bilancio l'avvio della procedura è scritto.
Il governo dal canto suo continua a mostrare ottimismo nella trattativa, chiedendo "tempi distesi", come ha spiegato il premier, per superare lo scoglio delle elezioni europee e far sì che gli investimenti previsti abbiano effetti ricostituenti per le nostre imprese. Sei mesi quindi e non tre, in attesa delle raccomandazioni formali che l'Ecofin dovrà prendere a gennaio e sperando, ovviamente, che non arrivi una decisione già nel meeting di inizio dicembre. "Il dialogo con l'Europa continua, dialogo indispensabile per arrivare a soluzioni che siano soddisfacenti per tutti, Italia in primis", assicura Conte.
Rimane però un interrogativo. La trattativa sta già vertendo sulla modifica dei saldi finali? Il 2,4% finora aureo sembra ora modificabile. L'apertura arriva da fonti della Lega, che spiegano come 'cambiare qualche decimale della manovra non sarà un problema, l'importante è che non si vadano a toccare i fondamenti della legge di bilancio, cioè la riforma delle pensioni e del lavoro, non ultimo gli aiuti alle imprese'. E dal M5S arriva la tiepida conferma ai ritocchi. "Il presidente Conte ha tutto il nostro sostegno – ribadiscono fonti M5S – Come abbiamo sempre detto il tema non è il muro contro muro sul deficit, su cui c'è sempre stato pieno dialogo. Non difenderemo i numerini ma i cittadini. È essenziale che gli italiani possano trovare lavoro grazie al Reddito di cittadinanza e possano andare in pensione con quota 100. Queste misure e la platea individuata restano uguali".
Insomma la trattativa è davvero aperta, dopo che Juncker aveva spiegato come "non siamo in guerra" e anzi, c'è la necessità di "stare in un dialogo continuo per restringere le divergenze". In attesa che si sviluppi il tavolo, è deciso che nel dialogo con Bruxelles si tengano 'toni bassi', con lo stesso Salvini che twittando punta su "dialogo e buon senso".
Di certo servirà tempo per un accordo, con il governo che potrebbe slittare i tempi di reddito e riforma pensioni a maggio 2019, risparmiando così qualche miliardo da usare per sgravi fiscali e per la filiera delle pmi private. La speranza al momento è che lo spread reagisca bene a inizio settimana, con un grande ex della Commissione come Romano Prodi che avverte: "Ci sono investitori esteri diffidenti e fondi che lasciano il Paese. Bisognerebbe avere serenità e un po' di saggezza per evitare altri incidenti". Chissà che proprio i mercati, oltre al nuovo spiraglio, non risultino decisivi per l'accordo finale Roma-Bruxelles.
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