Conte e Tria attesi dal presidente della commissione Juncker. Ma nella querelle Roma-Bruxelles non ci sono passi avanti

"Dialogo a oltranza", assicura Luigi Di Maio. "Il nostro obiettivo è la stabilità finanziaria" e garantirla "con la crescita", ribadisce Giuseppe Conte. "La mia porta è aperta alle autorità italiane e sono fiducioso che possiamo concordare soluzioni condivise", scrive Pierre Moscovici. Ma all'ennesimo giorno di quella che sembra ormai una querelle infinita tra Roma e Bruxelles, non ci sono sostanziali passi avanti. Anzi: la batosta arrivata da Bankitalia non aiuta certo la causa del governo.

Certo, niente di quello che è accaduto questa settimana – la bocciatura dell'Ue, l'annuncio dell'avvio della procedura di infrazione e le dichiarazioni che sono seguite – era inatteso. E la trattativa vera e propria inizia sabato sera, quando Conte insieme con il ministro dell'Economia Giovanni Tria incontrerà a cena il presidente della commissione Jean-Claude Juncker. Nella valigia di premier e ministro ci sono una serie di dossier con cui contano di spiegare, dati alla mano, le proprie ragioni. Ci sono le cifre su investimenti, i proventi dalle dismissioni, le simulazioni degli effetti sull'economia delle varie misure e riforme messe in campo. "Ho varie argomentazioni", assicura il premier, "non sono assolutamente preoccupato".

Domenica incontrerà i leader al vertice europeo per Brexit. Conte cercherà di sondare gli umori e illustrare ai partner – che in futuro dovranno approvare o meno l'apertura della procedura di infrazione – la ricetta economica del governo, nella speranza di annullare o quantomeno diluire il più possibile l'iter dell'infrazione. Ma certo tutti chiederanno conto delle stime sulla crescita e dei nuovi dati diffusi da via Nazionale, secondo cui lo spread rischia di vanificare l'effetto espansivo della manovra e i cali in Borsa hanno già intaccato la ricchezza delle famiglie. L'ennesimo macigno sulle stime del governo, già considerate in Europa decisamente troppo rosee.

Eppure, insiste Luigi Di Maio, quando la manovra sarà approvata definitivamente "i mercati capiranno". Per il vicepremier "non si tratta di fare la guerra all'Europa", ma di rispettare le promesse fatte agli elettori, e dunque "da parte nostra ci sarà il massimo dialogo, ma non possono chiederci di tradire gli italiani". Ammonisce però dal suo blog Beppe Grillo: "O si cambiano le regole europee oppure bisogna accettare di rovinare la vita della gente come in Grecia". E chiede a Di Maio, Conte e Salvini di "ottenere, con l'energia e la determinazione del generale Patton, che le parole tornino pietre".

Il leader leghista, dal canto suo, non la manda a dire: a Bruxelles non ci sarà, "domani sera ceno con i miei figli, ma a Juncker "gli direi ci rivediamo tra un anno e vedremo se erano giusti i conti del governo italiano o quelli della commissione europea che nelle ultime 10 rilevazioni non ci ha preso per 9 volte". E ribadisce: il governo "chiede rispetto all'Europa. Dodici mesi di attenzione e sono convinto che l'Italia starà meglio".

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