I curricula dei tre candidati sono arrivati ai membri del cda, che si riunirà mercoledì per l'approvazione
Accordo raggiunto, anche se solo in parte. L'amministratore delegato Fabrizio Salini ha inviato ai membri del Cda Rai le proposte di nomina per i Tg, rimandando ad altra data quelle delle reti. Dopo giorni di stallo si sciolgono così i nodi dei telegiornali con un cambio di cavallo per ogni redazione: Giuseppe Carboni (caporedattore del Tg2) è stato designato a dirigere il telegiornale della rete ammiraglia in quota M5S, Gennaro Sangiuliano al Tg2 (quota Lega) e Giuseppina Paterniti al Tg3 (quota M5S). Al TgR proposto il nome di Alessandro Casarin, mentre Luca Mazzà è stato traslocato al giornale radio.
La comunicazione è arrivata sulla scrivania dei consiglieri a 24 ore dalla riunione del Cda convocato per le 10.30 di mercoledì mattina.
Mancano però le designazioni dei direttori di Rete, che dovrebbero arrivare la prossima settimana e su cui, a quanto si apprende, ci potrebbero essere delle novità. Per la prima rete infatti potrebbe arrivare Carlo Freccero, mentre al Due Matteo Salvini sta sponsorizzando Casimiro Lieto, autore del programma di Elisa Isoardi 'La prova del cuoco', che però dovrebbe essere assunto per ricoprire la carica di direttore di rete. In un primo momento Lieto era stato indicato come nome spendibile per la rete ammiraglia, poi dirottato come papabile per la seconda. Rischia invece il sovraffollamento Rai Tre, a cui potrebbero aspirare i tre esclusi dalla corsa e quindi Marcello Ciannamea (indicato all'Uno), Maria Pia Ammirati (indicata al Due) e Stefano Coletta, per lui sarebbe una riconferma.
Potrebbe essere rinviata invece la decisione per Raisport, dove resterebbe l'interim di bruno gentili, Rainews24 dove Antonio Di Bella potrebbe restare al suo posto ancora per un po' e Rai Parlamento, dove sembra ormai fatta per Antonio Preziosi, che però potrebbe aspettare per la nomina non prima delle Europee.
La soluzione individuata da Salini non piace però a Usigrai e Fnsi: "Fa piacere ovviamente che si parli di tutte risorse interne. Ma come abbiamo sempre detto la nostra non è una battaglia corporativa: volevamo e vogliamo un'azienda in cammino, in grado di rilanciarsi con investimenti e riforme. Ma ancora una volta siamo di fronte a una azienda senza un progetto, senza una chiara direzione di marcia".
Critiche anche le opposizioni, con Davide Faraone (Pd) che tuona: "Con le nuove nomine dei direttori dei Tg, va in scena la vecchia lottizzazione da prima Repubblica, ed i cinque stelle si dimostrano i più affamati di poltrone. Per l'ennesima volta i cinque stelle fanno esattamente il contrario di quello che avevano promesso in campagna elettorale: avevano detto fuori i partiti dalla Rai, ma poi lottizzano senza scrupoli i telegiornali del servizio pubblico".
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