Bufera su Carla Padovani, la dem che ha votato a favore: "Il partito deve intervenire non solo per tutelare le donne ma anche noi militanti"
È l'Italia del 2018. Quella in cui si torna a parlare del diritto, o meno, di una donna a interrompere una gravidanza. Quella in cui una mozione adottata da un consiglio comunale rischia di rimettere in discussione 40 anni di liceità di una legge, la 194, che regola l'aborto. Ed è anche l'Italia in cui un'esponente di un partito viene messa alla gogna per "aver votato in base alla proprio coscienza".
Come previsto, la mozione anti-aborto approvata dal consiglio comunale di Verona, e votata anche dalla capogruppo del Pd Carla Padovani, suscita grandi polemiche e reazioni forti. Come d'altronde forte è l'argomento trattato. E se i consiglieri comunali Dem chiedono le dimissioni di Padovani, dai leghisti arriva la difesa d'ufficio di un documento che riporta il paese indietro di 40 anni: "dopo aver letto la delibera posso dire che non capisco davvero perché indignarsi se il comune scaligero, nel pieno rispetto della legge, decide di aiutare le donne in difficoltà a proseguire la gravidanza", si chiede il senatore verde, Simone Pillon, lo stesso che si era speso a favore della "famiglia tradizionale".
Il testo prevede, tra le altre, di inserire nell'assestamento di bilancio finanziamenti ad associazioni e progetti che operano nel territorio, e promuovere il progetto regionale 'Culla Segreta', che prevede la diffusione dei manifesti all'interno dei consultori per segnalare la possibilità di partorire in modo sicuro e anonimo negli ospedali. Verona si dichiara così città 'a favore della vita'. Anche se il consigliere primo firmatario della mozione, il leghista Alberto Zelger, è lo stesso che ai microfoni di Radio24 si esprimeva contro gli omosessuali definendoli "una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie". Lo stesso che ritiene l'aborto "un abominevole delitto" e che si rifà alla Russia di Putin "dove gli aborti sono scesi da quattro milioni l'anno a due con sussidi alla maternità".
La Lega si trova compatta sul tema, mentre il Pd ha trovato un nuovo tema su cui dividersi. Le anime che compongono il partito Democratico sono molteplici (dai cattolici ai più radicali) tanto che, spesso, i Dem scelgono di assumere posizioni 'secondo coscienza' su temi etici. Così ha fatto la consigliera Carla Padovani, scatenando l'ira dei colleghi democratici: prima la sfiducia da caapogruppo e poi la richiesta di dimissioni. Secondo Elisa La Paglia, Stefano Vallani, Federico Benini "la posizione di adesione alla mozione espressa dalla capogruppo è inaccettabile". Per il Pd, come ricorda il segretario Maurizio Martina, la posizione sulla legge 194 a tutela delle donne "è chiara e inequivocabile. Noi la difendiamo e la difenderemo senza se e senza ma in ogni sede e sempre".
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