Il presidente della Repubblica lancia un messaggio al governo gialloverde dopo l'accordo sul deficit al 2,4% per tre anni
Il monito è chiaro e incontrovertibile: la Costituzione chiede equilibrio di bilancio. Sergio Mattarella interviene e lo fa a sorpresa e con il solito fair play. L'occasione è la 'biciclettata' per i 70 anni della Carta in piazza del Quirinale, dove l'inquilino del Colle accoglie i partecipanti della manifestazione 'Viaggio in bicicletta intorno ai 70 anni della Costituzione Italiana'.
Il capo dello Stato dopo giorni di silenzio, durante i quali non ha mai perso il 'lavorio' sul Def a palazzo Chigi, non può che partire proprio dalla Costituzione per trasmettere il suo dissenso: "L'articolo 97 dispone che occorre assicurare l'equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico. Questo per tutelare i risparmi dei nostri concittadini, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci".
Mattarella non ha dubbi: "Avere conti pubblici solidi e in ordine è una condizione indispensabile di sicurezza sociale, soprattutto per i giovani e per il loro futuro". Insomma, per il presidente della Repubblica aumentare il rapporto deficit-Pil al 2,4 per cento è un rischio per il Paese, per questo il suo compito sarà quello di vigilare e, sempre nel perimetro della Costituzione, intervenire affinchè non vengano calpestati i cardini di quella carta che "rappresenta la base e la garanzia della nostra libertà, della nostra democrazia" e "detta le regole della nostra convivenza e indica i criteri per i comportamenti e le decisioni importanti, come quelle da assumere in questi giorni".
Mattarella in poche frasi, dette col sorriso, blinda e sostiene il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, con un piede sulla porta di via XX Settembre. In questi ultimi giorni il pressing del capo dello Stato è stato costante per bloccare le dimissioni del ministro. E queste parole altro non fanno che confermare al ministro non solo la condivisione di intenti, ma soprattutto il fatto che il presidente ha tutti gli strumenti per agire, qualora si oltrepassassero i limiti di cui lui stesso è garante.
Le parole di Mattarella non piacciono evidentemente a Matteo Salvini, che guidato dallo slogan 'Prima gli Italiani, si passa dalle parole ai fatti!' difende le scelte dell'esecutivo sul Def: "Stia tranquillo il Presidente, dopo anni di manovre economiche imposte dall'Europa che hanno fatto esplodere il debito pubblico (giunto ai suoi massimi storici) finalmente si cambia rotta e si scommette sul futuro e sulla crescita. Con equilibrio, con orgoglio e con coraggio".
E non è tutto, una parolina 'buona' non la risparmia nenanche all'Unione europea: "Nessuno, a Bruxelles, mi puo' dire che non è tempo di farlo. E se a Bruxelles dicono che non posso farlo, me ne frego, e lo faccio lo stesso". Secondo il vicepremier "abbiamo appena preparato una manovra economica che investe un po' di soldi per chi di soldi non ne vedeva da anni, i pensionati, i giovani disoccupati, e anche l'aumento delle pensioni di invalidita', ferme a cifre vergognose da troppi anni". A fargli eco l'altro vicepremier, Luigi Di Maio: "Mattarella non deve preoccuparsi. Questa 'manovra del popolo' ha proprio la finalità di creare le condizioni per poi poter ridurre questo debito".
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