Toninelli rende pubblica la relazione della Commissione ispettiva sul crollo. Un atto d'accusa pesantissimo nei confronti di Aspi

Analisi di sicurezza e valutazione sismica mai fatte, "minimizzati" e "celati" elementi essenziali per comprendere lo stato di usura di Ponte Morandi, manutenzione inesistente o ridotta ai minimi termini, utenti utilizzati a loro insaputa come strumenti di monitoraggio della stabilità del Ponte. La relazione della Commissione Ispettiva del Ministero dei Trasporti sul crollo di Genova, è un lungo durissimo atto di accusa contro Autostrade per l'Italia. Quelli appena elencati sono solo alcune delle questioni sulle quali Aspi avrebbe dimostrato incuria, avidità e cinnismo. Il ministro Danilo Toninelli ha deciso di renderla immediatamente pubblica: "Subito dopo il crollo del Ponte Morandi, abbiamo deciso di fare chiarezza il prima possibile sulle cause della tragedia. In massima trasparenza, ecco ora la relazione integrale della Commissione Ispettiva Mit. Giudicate voi", ha detto il titolare del Mit.

Analisi di sicurezza inesistente – La relazione mette in evidenza che "da un controllo degli atti forniti da Aspi per il viadotto Polcevera" risulta come "non sia mai stata fatta una analisi di sicurezza e una valutazione sismica del viadotto". "Questa analisi non è nel progetto, laddove invece avrebbe dovuto esserci", rileva il Mit. Invece di svolgere le attività precauzionali e di indagine richieste, rileva la commissione, Aspi ha preferito "unicamente sollecitare l'approvazione del progetto presentato" che prevedeva "solo una parziale messa in sicurezza" del ponte. La conclusione è che Aspi "pur a conoscenza di un accentuato degrado del viadotto e in particolare delle parti orizzontali (…) non ha ritenuto di provvedere, come avrebbe dovuto, al loro immediato ripristino" e non ha adottato "alcuna misura precauzionale a tutela dell'utenza". E poi: "Dalla ricostruzione del progetto esecutivo datato ottobre 2017 emerge una evidente incapacità da parte del Concessionario di gestire le problematiche connesse all'invecchiamento delle opere affidategli dalle Convenzione".

Ritardi nella valutazione – La valutazione di sicurezza sul ponte doveva essere conclusa entro il 31 marzo 2013. "La Commissione ha chiesto ad Aspi questo documento, ma non lo ha ricevuto. Ha appreso che, contrariamente a quanto affermato nella comunicazione del 23 giugno 2017 della società, tale documento non esiste, non essendo stata eseguita la valutazione di sicurezza del viadotto Polcevera". 

Elementi minimizzati e nascosti – Autostrade per l'Italia avrebbe "minimizzato" e "celato" elementi indispensabili per comprendere lo stato di usura del viadotto Morandi  con l'effetto di non permettere "al concedente di dare compiutezza ai suoi compiti di vigilanza". dice la Commissione. "A causa della omissione della segnalazione delle criticità non riportate con la dovuta evidenza negli elaborati progettuali presentati da Aspi", sottolinea il Mit, "le funzioni consultive del Comitato tecnico amministrativo del provveditorato non si sono potute espletare" e questa mancata valutazione "ha comportato l'espressione di un parere contenuto in considerazioni fuorviate e fuorvianti".

Manutenzione inesistente – "Sino al 1994 sono state sostenuti prevalentemente costi strutturali. Dopodichè pare che non siano state effettuate spese strutturali sino al 2005". E' quanto scrive la Commissione ispettiva a proposito della manutenzione. Dal 2005 ad oggi la spesa per gli interventi strutturali è stata di 440mila euro. "Nonostante la vetustà dell'opera e l'accertato stato di degrado, i costi degli interventi strutturali fatti negli ultimi 24 anni, concentrati negli ultimi 12, sono trascurabili", continua la relazione.

Utenza utilizzata per monitoraggio – Dalla relazione emerge un'accusa molto grave che parla di automobilisti usati come cavie: "Sorprende la scelta di eseguire i lavori in costanza di traffico, insomma con l'utenza utilizzata, a sua insaputa, come strumento per il monitoraggio dell'opera". "Le misure adottate da Aspi ai fini della prevenzione" di un crollo "erano inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema" aggiunge la relazione.

Procedure di controllo insufficienti – "La procedura di sicurezza strutturale delle opere d'arte documentata da Aspi, basata sulle ispezioni, è stata in passato ed è tuttora inadatta al fine di prevenire i crolli e del tutto insufficiente per la stima della sicurezza nei confronti del collasso" afferma la relazione "Tale procedura", si legge ancora, "era applicata al viadotto Polcevera ed è ancora applicata all'intera rete di opere d'arte di Aspi". "Questo sistema di gestione dell'infrastruttura pubblica, sul piano tecnico gestionale, non ha funzionato e non ha garantito la sicurezza degli utenti".

Gli stralli e la corrosione – "Le indagini dirette" sullo stato di corrosione del calcestruzzo sul viadotto "erano indispensabili da anni e tale esigenza era nota (e non poteva non esserlo) ad Aspi". Dice la relazione della Commissione. "La situazione di cattiva iniezione degli stralli era accertata con prove indirette, senza procedere a una esaustiva indagine diretta, come necessario".

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