Lo ha deciso la Corte d'Appello di Milano. Nella pena anche la confisca dei beni e l'interdizione perpetua. Caduta l'accusa per associazione a delinquere

Dopo quasi 20 anni al Pirellone, in cui aveva dato vita a un vero e proprio "sistema Lombardia", Roberto Formigoni è tornato al centro dell'attenzione. Questa volta, però, nelle vesti di imputato. È stato condannato a 7 anno e 6 mesi dalla Corte d'Appello per corruzione per il crac della Fondazione Maugeri di Pavia e dell'ospedale San Raffaele.

In primo grado la condanna era stata di 6 anni. Dai due enti ospedalieri Formigoni, da quanto è emerso dalle indagini, ha ottenuto una serie di benefit per un totale di 6,6 milioni di euro, tra cui l'uso di yacht, vacanze di lusso ai Caraibi, cene in ristoranti stellati e contributi elettorali. In cambio avrebbe fornito una "copertura globale degli interessi" della Fondazione Maugeri e del San Raffaele e avrebbe fatto ottenere ai due enti rimborsi pubblici per circa 200 milioni grazie a delibere di Giunta studiate ad hoc. Il procuratore aggiunto Laura Pedio e il sostituto pg Vincenzo Calia avevano sollecitato proprio una condanna a 7 anni e mezzo, la pena massima per il reato contestato.

La Corte d'Appello di Milano, come chiesto dall'accusa, ha anche dichiarato per l'ex governatore ed ex senatore la interdizione "in perpetuo dai pubblici uffici", che diventerà definitiva in caso di conferma della condanna in Cassazione. "Sono rimasto senza parole, non ho parole", è stato il commento dell'avvocato Mario Brusa, uno dei legali di Formigoni, dopo la lettura del dispositivo. In primo grado la Procura aveva chiesto 9 anni per il 'Celeste', che era accusato anche di associazione per delinquere, accusa che però è caduta in primo grado. Confermata dai giudici anche la confisca "diretta" di 6,6 milioni di euro a suo carico, stabilita dal Tribunale nel dicembre del 2016. L'ex governatore dovrà anche versare una provvisionale di risarcimento a favore della Regione Lombardia, che si era costituita parte civile, da 3 milioni di euro che era stata ascritta in primo grado a carico di Formigoni, dell'ex assessore Antonio Simone e del faccendiere Pierangelo Daccò.

Entrambi i fedelissimi del 'Celeste' hanno patteggiato nei mesi scorsi, uscendo dal processo. Anche la Corte dei Conti nelle scorse settimane ha confermato il sequestro di circa 5 milioni di euro a carico di Formigoni. La Corte presieduta da Marina Caroselli ha anche condannato l'ex direttore amministrativo della Fondazione Maugeri, Costantino Passerino, portandola dai 7 anni del primo grado a 7 anni e 7 mesi, come richiesto dall'accusa. L'aumento di pena è arrivato nonostante una parte delle imputazioni, relative a condotte anteriori al novembre del 2010, per Passerino sia andata in prescrizione. Confermata poi la condanna a 3 anni e 4 mesi per l'imprenditore Carlo Farina. Assolta, infine, l'ex moglie dell'ex assessore Antonio Simone, Carla Vites, ma non è stato accolto il ricorso con il quale la donna chiedeva di essere assolta "con formula piena" e di poter rientrare in possesso di un casa a Milano sequestrata nell'ambito delle indagini condotte dalla sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza. 

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