Il discorso del presidente della Repubblica durante la tradizionale cerimonia del Ventaglio
Donatella Di Nitto
Il pregiudizio, la partigianeria, l'ostilità preconcetta sono come i "bacilli della peste" che intaccano la reputazione del Paese. Sergio Mattarella parla alla stampa parlamentare nel consueto incontro per la consegna del ventaglio al Quirinale e mette in guardia il Paese. Citando i Promessi sposi di Alessandro Manzoni, e in particolare il capitolo trentadue, Mattarella riprende le parole dello scrittore quando con grande "efficacia" parla degli untori e della peste: "Il buon senso c'era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune".
La reputazione del Paese va difesa come "bene collettivo", però attenzione il buon senso non può essere oscurato da sentimenti di paura e terrore, bensì deve occuparsi "delle grandi questioni che abbiamo di fronte, esercitando il dovere, ineludibile, della responsabilità" . "La Repubblica vive dell'esercizio delle responsabilità da parte di ciascun cittadino: ognuno faccia uso dei suoi diritti e adempia ai suoi doveri".
È su questa scia che Mattarella condivide nel salone delle Feste un fattodi cronoca che lo ha molto colpito, quello diCcCirasela, appena 14 mesi, che la mattina del 17 luglio è stata colpita alla schiena da un colpo di pistola ad aria compressa mentre era con la madre a Roma. "L'Italia – dice con forza il presidente – non può assomigliare al Far West, dove un tale compra un fucile e spara dal balcone colpendo una bambina di un anno, rovinandone la salute e il futuro" Questa, secondo Mattarella, "è barbarie e deve suscitare indignazione". Un concetto che corre naturalmente su un doppio binario e che entra in parte nella polemica sulla liberalizzazione delle armi e di conseguenza sulla legge della legittima difesa. Il caso della piccola rom, però, è anche un modo per ritornare sull'allarme dell'odio di razza che "continua a insinuarsi nelle fratture della società e in quelle tra i popoli".
Altro capitolo su cui l'inquilino del Colle è voluto tornare è l'imparzialità della pubblica amministrazione. Non è difficile leggere tra le righe un richiamo sulla questione delle nomine che il governo si appresta a varare tra Rai e Ferrovie dello Stato, troppo soggette a spartizione partitica piuttosto che di pubblica utilità. "A me compete ricordare a ciascuno il rispetto dello stesso principio. Le finalità sono tracciate, con chiarezza, nel testo della Costituzione e verso di esse devono convergere le pubbliche amministrazioni, nell'imparzialità della loro funzione diretta a servizio di tutti i cittadini". Il limite dell'intervento dello Stato è indicato, avverte, ed è "pienamente riconosciuto, alla società civile, di esprimersi in tutte le forme organizzate della vita economica e sociale, senza interferenze da parte delle autorità pubbliche tese a influenzarne l'attività".
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