Ora la strada per la 'terza Repubblica' è spianata

Il governo Conte ha giurato, ora la strada per la 'terza Repubblica' è spianata. Roma accende un sole caldo per salutare il giuramento di un esecutivo tutto nuovo, nella forma e nella sostanza, che si regge sulla forza d'urto di due realtà politiche antagoniste ma parallele nel mondo del cosiddetto populismo. Non è un caso, ma una precisa scelta, infatti, che i vicepremier siano i leader del Movimento 5 Stelle e della Lega: l'uno senza l'altro renderebbe la creatura 'monca' e debole.

Luigi Di Maio e Matteo Salvini, due facce della stessa medaglia. Totalmente differenti nei modi, ma terribilmente simili nella chirurgica determinazione nel puntare un obiettivo. Il segretario del Carroccio sembra sapere già da dove iniziare a cambiare con le sue ricette: sforbiciata ai 5 miliardi per l'accoglienza dei migranti e "diverse altre idee". Gli occhi saranno puntati soprattutto sul Mef. Il neo ministro dell'Economia, Giovanni Tria assicura: "In Italia non esiste nessuna forza politica che dica di voler uscire dall'euro". Mentre il titolare dei rapporti con l'Europa, il tanto discusso Paolo Savona avvisa: "Tutti conoscono le mie idee, ora bisogna capire quali sono i limiti" della sua azione al governo.

 

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