Si attende la decisione di Mattarella. Il prof indicato da Lega e M5S per l'incarico a presidente dei Consiglio finito nella bufera per le presunte irregolarità nel suo curriculum

Giuseppe Conte, il prefessore indicato da M5S e Lega come premier del governo giallo-verde, resta in bilico. La sua candidatura si è indebolita dopo le incertezze che avvolgono il suo curriculum, così come il presunto attivismo per il metodo Stamina. La situazione crea imbarazzo e anche qualche spaccatura all'interno del MoVimento. C'è chi lo sostiene, come  Danilo Toninelli, capogruppo del M5s al Senato, che ai microfoni di '6 su Radio 1' ha ribadito che "Giuseppe Conte rimane il nostro candidato e della Lega", a chi non esclude la possibilità che "il professore possa saltare", come ha spiegato Emilio Carelli (M5S), ospite di Agorà Rai tre. Ma a mettere a tacere le polemiche è stato il capo politico del M5S, Luigi Di Maio: "Conte è e resta assolutamente il candidato premier del M5S e della Lega", ha puntualizzato

Intanto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è preso più tempo per decidere se accettare il nome di Conte come futuro premier ma le polemiche vanno avanti. Il New York Times ha dedicato un articolo al candidato premier indicando che nel curriculum vitae del giurista c'è un'incongruenza relativa alla sua frequentazione accademica alla New York University. Ma Toninelli fuga ogni possibile ripensamento sulla designazione di Giuseppe Conte. "Ha alle spalle circa 17 milioni di voti – prosegue Toninelli – che sono i cittadini italiani che ci hanno votato il 4 marzo, e non sarà certo per una stupidaggine inventata relativa al suo curriculum a cambiare le cose. Sfido chiunque a trovate scritto 'master' o 'specializzazione' in qualche università perché non lo ha scritto, lo trovate online. Il Professor Conte ha scritto 'perfezionamento degli studi', come fanno tanti nostri bravissimi ricercatori. Lui andava nelle università straniere per perfezionare e approfondire, non solo l'inglese giuridico, ma le materie specifiche delle università per le quali lavorava. È una brava persona, competente, serio, e penso che sarà un ottimo presidente del Consiglio di tutti gli italiani".

E sui tempi di Mattarella, Toninelli ha precisato: 'Il presidente ha incontrato la seconda e la terza carica dello Stato per completare il suo percorso istituzionale. Sono convinto che oggi verrà dato l'incarico e finalmente tra pochi giorni potrà partire questo governo che sarà un governo politico. Siamo fieri che sia politico e non tecnico perché Conte rientrava nella squadra di governo come ministro della deburocratizzazione, pubblica amministrazione e meritocrazia del M5S. È una persona che ci aveva messo la faccia, credeva profondamente nel progetto. Aveva già collaborato in questi anni con noi quindi non ha nulla di tecnico". Ha qualche dubbio invece Emilio Carelli (M5S), che nelle scorse settimane era stato anch'esso indicato come possibile candidato premier (e potenziale ministro della Cultura): "Non escludo che Conte possa saltare, perché non sappiamo cosa succederà oggi". Carelli si è espresso anche sulla candidatura di Paolo Savona a ministro dell'Economia e l'ipotesi uscita dall'euro: "Se le cose vanno come abbiamo previsto, non c'è nessuna necessità".

Su Facebook è intervenuto anche Alessandro Di Battista: "Il presidente Mattarella ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica ovvero ai cittadini ai quali appartiene la sovranità. Per settimane, in una fase delicatissima dal punto di vista istituzionale, ha ricordato ai partiti politici le loro responsabilità. Per giorni ha insistito sull'urgenza di formare un governo nella pienezza delle sue funzioni. Ebbene, finalmente, una maggioranza si è formata, una maggioranza che piaccia o non piaccia al presidente Mattarella o al suo più stretto consigliere, rappresenta la maggior parte degli italiani. Sono gli italiani ad avere diritto ad un governo forte, un governo capace di intervenire, se necessario con la dovuta durezza, per ristabilire giustizia sociale. Un governo capace soprattutto di ristabilire un principio sacrosanto in democrazia: il primato della politica sulla finanza. Mi rendo conto che ristabilire questo principio possa far paura a qualcuno ma non dovrebbe intimorire chi ha l'onore di rappresentare l'unità nazionale. Il presidente della Repubblica non è un notaio delle forze politiche ma neppure l'avvocato difensore di chi si oppone al cambiamento. Anche perché si tratterebbe di una causa persa, meglio non difenderla. P.s. Invito tutti i cittadini a farsi sentire. Usiamo la rete, facciamo foto, video – ha concluso Di Battista – È in gioco il futuro del Paese #VoglioIlGovernoDelCambiamento". 

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