L'intervista al senatore dem: "Nel prossimo governo saremo minoranza costruttiva nel Paese"
Il senatore dem Gianni Pittella, già presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo, prova a scattare un'istantanea del Partito democratico attraversato in questi giorni da molteplici correnti che riguardano, oltre alla gestione del partito, anche la sua collocazione rispetto alla famiglia europea.
Senatore, Sandro Gozi sostiene che il Pd in Europa dovrebbe avvicinarsi a En Marche di Macron…
"Gozi è un autorevolissimo amico di partito, ma la sua è una posizione personale. Il Pd ha aderito all'alleanza dei Democratici e Socialisti (S&D) creata dal Partito del Socialismo Europeo (Pse): quella è la sua casa in Europa e da lì deve dialogare con i macroniani, con Tripras, con quelle forze che si oppongono ai regimi illiberali in Ungheria, con le forze cattoliche che non vogliono "l'orbanizzazione" dell'Europa. Questa è la differenza di fondo con la Lega sovranista e con il M5S, che annacqua l'europeismo e appartiene allo stesso gruppo di Nigel Farage nell'Europarlamento".
C'è una frattura nel partito?
"No, non c'è nessuna tensione e nessuna febbre alta. C'è una normale dialettica in un partito che è uno fra i pochi, se non l'unico, a potersi dire democratico. Finora si è lavorato in maniera unitaria. Piuttosto, perché non parliamo del comportamento gravissimo dei due mezzi vincitori delle elezioni che hanno occupato l'ufficio di presidenza, monopolizzando gli organi di controllo delle Camere?"
Renzi controlla ancora il partito?
"Matteo Renzi ha fatto un gesto che gli fa onore. Si è dimesso da segretario, ma resta un leader e un esponente di primo piano nel partito. Certamente non è esiliato, non ha scelto la via di Cincinnato e ha diritto di parola nel dibattito, senza la presunzione di poterlo determinare: vergognoso sarebbe pretendere il contrario".
Secondo lei, cosa dovrebbe fare il Pd rispetto al governo?
"Il Partito democratico ne ha discusso ampiamente all'indomani delle elezioni: saremo minoranza costruttiva nel Paese. E questo perché ci sono differenze quasi abissali sul piano pragmatico tra il Pd e i due mezzi vincitori, M5S e Lega. Non saremo né aventiniani né quelli che boicottano: le proposte in contraddizione con il nostro programma le bocceremo, quelle che si avvicinano non le ostacoleremo".
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