Nelle prossime settimane Piero Fassino vedrà i leader di Mdp, Possibile e Si. Le chiusure di Bersani, le aperture di altri. L'appello di Veltroni a discutere

Il giorno dopo la direzione del Pd è il momento del confronto con gli altri partiti e movimenti di sinistra. Mentre l'ex segretario dem, Valter Veltroni, invita a "sedersi intorno a un tavolo e a discutere di programmi", Matteo Renzi ribadisce la volontà di un'alleanza larga ma "senza tatticismi" e si rivolge direttamente ai due storici leader della sinistra che più hanno mostrato chiusure dopo il suo discorso: Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema. "Ho rispetto" per loro ma "penso che il nostro popolo non ne possa più di questo continuo balletto e di queste divisioni. Noi come Pd ci siamo e siamo disposti a superare anche gli insulti del passato, ma bisogna essere in due".

Presto inizieranno gli incontri informali del Pd per cercare di portare il centrosinistra unito alle prossime elezioni: Piero Fassino comincerà dai partiti alla sinistra dei dem (Mdp, Sinistra Italiana e Possibile) ai quali oggi ha inviato un messaggio. I tre leader – Roberto Speranza, Giuseppe Civati, Nicola Fratoianni – potrebbero sedersi insieme al tavolo della trattativa o potrebbe presentarsi solo uno dei tre, ma a nome di tutti. E' probabile che il colloquio avvenga dopo il 2 dicembre quando lanceranno la lista unitaria, in ogni caso nelle prossime settimane in quanto per ora "l'incontro non è in agenda": "Una delegazione vedrà i Dem ma non subito, abbiamo altre priorità", fanno sapere.

Sarà invece Lorenzo Guerini ad aprire il confronto con i centristi. Nel suo viaggio tra le province italiane a bordo del treno Pd, Renzi è ripartito dal Veneto con un piglio ottimista, proprio all'indomani della direzione Pd: nella sua e-news ha lanciato l'ottava edizione della Leopolda, dal titolo 'Incontro' (da venerdì 24 novembre a domenica 26 novembre), e ha ribadito come la vera sfida oggi sia "il futuro, senza abiure e senza veti. Su questo siamo concentrati e su questo chiameremo a impegnarsi le energie migliori del Paese".

Anche chi in un primo momento è sembrato scettico sulle parole del segretario del partito, come il ministro della Giustizia Andrea Orlando che in direzione si è astenuto dal votare il documento finale insieme ai suoi, oggi le ha definite presupposti "seri e concreti". "Sembra che effettivamente il messaggio alle altre forze politiche sia serio, mi auguro che si risponda con altrettanta serietà", ha dichiarato il Guardasigilli.

Chi invece sembra non voler concedere nulla è Mdp: Bersani invita Renzi ad andare a trattare con loro "con delle proposte" mentre per il governatore della Toscana, Enrico Rossi, Renzi dovrebbe rinunciare esplicitamente a una nuova candidatura a presidente del Consiglio ed escludere chiaramente future alleanze con Forza Italia. Altrimenti, afferma a Circo Massimo su Radio Capital, "sarebbe meglio facesse il Macron italiano".

Spiragli, nelle parole. Ma nei fatti, sono ancora enormi le distanze a sinistra. E si torna, quindi, all'appello di Veltroni: "Io quello che chiedo ai due schieramenti è questo: sedetevi intorno a un tavolo, discutete di programmi. La prima risposta dopo la direzione è stata 'è troppo tardi': ma come troppo tardi? È ora il momento".

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