Oggi terza e ultima giornata di Italia5Stelle a Rimini, i 'big' si incroceranno nell'immenso prato della kermesse
Luigi Di Maio il "detonatore" e Roberto Fico "il romantico". Nella narrazione del "papà di tutti", come si è definito Beppe Grillo, la tensione durata otto giorni fra le due anime del Movimento potrebbe riassumersi così. Di Maio sul palco e Fico tra i gazebo. Oggi, terza e ultima giornata di Italia5Stelle a Rimini, entrambi i 'big' si incroceranno nell'immenso prato occupato dalla kermesse. La pace fatta in serata ieri nel retro palco del raduno ha più il sapore di una tregua. Anzi, sembra destinata a durare poco: lo testimoniano le ultime dichiarazioni del deputato campano: ""Oggi il candidato premier è capo della forza politica ovvero riferito alla legge elettorale Italicum, e non capo della vita politica generale a tutti i livelli del M5S. Questa è una grande distinzione".
Il vincitore, quindi, non c'è e, davvero, questa volta vale il detto 'fra i due litiganti il terzo gode'. Alessandro Di Battista, comparso soltanto in video a Italia5Stelle, ha ricevuto più applausi di tutti. Rimasto a Roma per la nascita del figlio, è forse lui l'unico possibile futuro "papà" anche del Movimento. Oggi è nato il suo bambino: si chiama Andrea.
TERZA GIORNO, DI MAIO SUL PALCO. "Questa legge elettorale ha un solo obiettivo: impedire alla prima forza politica del Paese di andare al governo del Paese. E' un attacco alla democrazia. Quindi noi faremo tutto quello che ci permettono le nostre prerogative parlamentari per contrastarla. Daremo il massimo per fermarla da martedì che c'è la conferenza dei capigruppo". Così Luigi Di Maio, candidato premier M5S, sul palco di Italia5Stelle a Rimini. E poi ha aggiunto: "Se io non sono pagato dallo Stato, non posso pagare le tasse allo Stato. Se noi abbiamo un credito con le imprese poi non possiamo pretendere che ci paghino le tasse". Così sulla tassazione delle imprese Luigi Di Maio, candidato premier M5S, sul palco di Italia5Stelle a Rimini.
DIVERSI MODI DI INTENDERE. Tra Fico, Grillo, Davide Casaleggio e Di Maio si è consumato un duello teso fra modi diversi di intendere il M5S. "Beppe ha il Movimento nel suo Dna? Anch'io ho il Movimento nel mio Dna. Si deve lavorare sempre per il bene del Movimento", queste le prime parole che Fico ha pronunciato, finalmente, fra una stretta di mano e un abbraccio tra i gazebo dopo un estenuante silenzio durato una settimana. "Nessuna corrente, nessun accordo", ha chiarito Fico in merito ai rapporti con gli altri big pentastellati. Poi sono stati più i sorrisi, i non detti e quella passeggiata silenziosa fra gli stand che si è trasformata in una roboante valanga di voci, telecamere e applausi a dimostrare la forza del deputato 'ortodosso' all'interno dei Cinquestelle. Fico non ha nascosto il suo disappunto per le regole che hanno incoronato il candidato premier, per quei sette sfidanti semi sconosciuti, per il cambiamento di Dna del Movimento oggi che il 'capo politico' non è più Beppe, ma Luigi. Perché la svolta ormai c'è stata, si è consumata ieri in quella manciata di secondi in cui sul palco di Rimini Grillo in persona ha indicato il suo successore, Di Maio, incoronato da più di 30mila preferenze su 37mila votanti. Nessuno sembra chiedersi se la democrazia diretta soffra degli stessi problemi di astensione della rappresentativa, visto che gli iscritti al Movimento sono 145mila (dato pronunciato sul palco ieri da Grillo) e, di conseguenza, a votare è andata una percentuale che oscilla fra un terzo e un quarto.
NE' DI DESTRA NE' DI SINISTRA. Nel suo primo discorso da candidato premier – non più in pectore – Di Maio ha dato la cifra di cosa sarà il Movimento sotto la sua egida. Si conferma la definizione di 'post-ideologico': "non siamo né di destra né di sinistra", nessuno si senta escluso. Imprenditori, giovani, pensioni, sanità, ambiente, i temi principali, in parte condensati in una frase: "Gli imprenditori che fanno crescere il Pil nonostante le scelte di Roma e i pensionati vittime della legge Fornero". Il candidato premier poi promette non tanto "nuove leggi", quanto piuttosto uno Stato che dà l'esempio. "Noi non siamo entrati nelle istituzioni per impadronirci delle istituzioni – chiarisce -, ma per restituirvi le chiavi. Serve fare molte cose: ci sono tanti cambi di casacca, voi avete il diritto di indire un referendum per mandarli a casa. E c'è la regola dei due mandati che non è in discussione: se sei bravo, passi alla storia, altrimenti torni a casa". Ma per arrivare a Chigi, Di Maio ha ben presente qual è l'ostacolo principale sulla strada di un governo 5 Stelle: la legge elettorale. Per questo, l'unico riferimento alla politica corrente è un attacco senza quartiere al Rosatellum bis: una legge "antidemocratica", fatta in chiave anti Cinquestelle, che, garantisce, "da martedì faremo di tutto per bloccarla".
Quindi passa a rassicurare i suoi: "Sono ben conscio del mio ruolo che non è cambiare il Movimento, ma cambiare il Paese. Ne sento tutta la responsabilità". Compito che, promette, adempirà con "onore e disciplina".
IL TEAM DI GOVERNO. La squadra di governo sarà resa nota prima delle elezioni e sarà composta da "persone capaci" – il lessico dimaiano rifiuta la suddivisione fra 'tecnici' e 'politici', come quella tra destra e sinistra -. Fatti i ringraziamenti di rito, Di Maio chiude il cerchio citando Olivetti, nella cui azienda mosse i primi passi Gianroberto Casaleggio: "'Il sogno è un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte'. Io ci credo. Viva l'Italia, viva il Movimento, viva le persone libere". E Grillo chiosa: "Luigi, lo sai che adesso tutti i verbali arriveranno a casa tua e non più a casa mia?". Sullo sfondo, i ricorsi e le questioni giudiziarie che da oggi alimenteranno meno la gastrite del comico genovese. Inoltre, ieri mattina Giancarlo Cancelleri, candidato alla presidenza della regione Sicilia, hoa depositato a Palermo, all'assessorato, il simbolo e il listino regionale del M5S. Ci siamo".
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