Il provvedimento in seguito alla sentenza contro Bossi e l'amministratore Belsito

La procura di Genova fa un passo avanti e, non fidandosi dei conti della Lega Nord, chiede di sequestrare subito i quasi 49 milioni di euro di cui il Tribunale, nel luglio scorso, aveva disposto la confisca solo dopo il terzo grado di giudizio. La somma era stata indicata un mese fa nella sentenza con la quale i giudici genovesi avevano condannato Umberto Bossi e l'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito rispettivamenete a due anni e mezzo e quattro anni e dieci mesi per la vicenda dei rimborsi elettorali non dovuti, percepiti indebitamente dal Carroccio tra il 2008 e il 2010.

Per i giudici, però, la Lega avrebbe dovuto versare quella somma (inferiore rispetto ai 56 milioni chiesti dalla Procura) solo dopo un'eventuale conferma da parte della Corte di Cassazione. Il pm di Genova Paola Calleri, titolare del fascicolo, invece, ha voluto imprimere un'accelerazione. Nel timore che quella cifra non venga mai recuperata, il magistrato ha chiesto il sequestro cautelativo con il blocco dei conti bancari e dei patrimoni immobiliari del partito. I giudici si pronunceranno a breve e non è difficile capire che la loro decisione potrebbe avere importanti ripercussioni sui bilanci del Carroccio. Il 2016, infatti, è stato chiuso con un rosso da un milione di euro e, stando a quanto anticipato da alcuni quotidiani, in cassa ci sarebbero appena 164mila euro di depositi bancari e 436 di "valori in cassa". Pochi spiccioli rispetto ai 31 milioni di euro che, secondo i suoi difensori, Belsito avrebbe lasciato in cassa quando nel 2012 è stato espulso, travolto dall'inchiesta sui conti del Carroccio.

L'eventuale sequestro, inoltre, si profila come una specie di spada di Damocle sul Carroccio, dato che i magistrati potrebbero 'aggredire' anche quel po' di liquidità futura, fino al tetto fissato nella sentenza. Dal sequestro verrebbe comunque esclusa la somma destinata agli stipendi dei 24 dipendenti rimasti, ma tutte le inziative, incluse la prossima campagna elettorale e lo storico raduno di Pontida, potrebbero essere a rischio. Il procuratore Francesco Cozzi di Genova, secondo quanto riportano alcuni giornali, aveva detto il giorno stesso della sentenza a carico di Bossi e Belsito che l'ipotesi che la Lega andasse in bancarotta non poi era così remota. Nello stesso giorno il segretario federale Matteo Salvini aveva ironizzato, con un punta di polemica: "Soldi non ce ne sono, al massimo possiamo pagare 49 euro. Se qualcuno sta cercando d'imbavagliarci s'illude… e poi in Italia capita non poche volte che i verdetti dei giudici vengano ribaltati. Aspetteremo…".

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