Il deputato M5S, che non aveva la parola, non ha obbedito all'ordine della presidente Boldrini di smettere di parlare. Più tardi ha dato del "Premio Nobel" all'ex presidente francese
Alessandro Di Battista protagonista dell'ultimo giorno di lavoro a Montecitorio prima della pausa estiva. Prima con una gaffe, con la quale ha insignito François Hollande del premio Nobel, poi con un battibecco molto animato, ai limiti della zuffa verbale, con la presidente della Camera Laura Boldrini. Il tutto nasce dai vitalizi. Di Battista durante l'esame del Bilancio di Montecitorio critica la decisione di non dichiarare ammissibili le modifiche in tema appunto sulle pensioni dei parlamentari. Boldrini ricorda che esiste un iter in corso in Senato e il deputato pentastellato si surriscalda: "Cosa ne sa che verrà approvata al Senato? E che non sarà modificata, non sarà annacquata? Lei si può prendere questa responsabilità?". La presidente lo richiama all'ordine e gli toglie la parola: "Lei non può parlare adesso. La smetta, la smetta. Il suo non era un richiamo al regolamento, si attenga alle regole. La smetta, lei ha già parlato". "Allora, continuo il mio intervento senza microfono…". minaccia il grillino, costringendo la presidente ad allontanarlo dall'aula, definendo i toni usati dal deputato "inaccettabili". Di Battista non ci sta è su Facebook si difende: "Io ho preso la parola per fare un richiamo al regolamento – scrive – E' mio diritto di parlamentare della Repubblica. Le ho chiesto come faccia ad essere così sicura che la legge sul taglio dei vitalizi passerà al Senato.
Lei, in evidente difficoltà (non è una novità) mi ha subito tolto la parola. Non è la prima volta. E poi parla di fascismo! Io ho proseguito il mio intervento a microfono spento e alla fine la Signora Presidente mi ha cacciato dalla Camera".
Il cartellino rosso per Di Battista non piace ai colleghi a 5Stelle seduti nell'emiciclo. "Lei non può dire che Alessandro Di Battista doveva essere buttato fuori, perché aveva un tono sbagliato, perché lei non è né la mamma, né la maestra di Alessandro Di Battista e, quindi, la invito, davvero, la invito, Presidente, perché nella vita c'è anche una coerenza nell'esprimere delle scuse, a scusarsi per quella motivazione che ha dato", attacca Alfonso Bonafede, che in precedenza aveva stuzzicato la terza carica dello Stato: "Presidente, io voglio capire semplicemente una cosa, perché basta chiarirsi. Se qui funziona che la Presidente, che si ritrova, per dinamiche che non capirò mai, a ricoprire quel ruolo, può venire qui e direà". Dura la risposta di Boldrini: "Ma lei come si permette di dire questo? Io sono stata eletta. No, non si può accettare, quali dinamiche? C'è stata una votazione! Questo è altamente irrispettoso della Presidenza! C'è stata una votazione, va bene? Quindi, lei non si può permettere di dire questo". Il botta e risposta tra la presidente e il Movimento 5 Stelle si quieta, grazie anche all'intervento di Davide Caparini della Lega Nord che ironizza: "Io credo che il collega Di Battista abbia il poster della Presidente della Camera appeso nella sua stanza, perché ad ogni intervento del collega lei gli regala qualche milione di like sulla sua pagina di Facebook. Quindi, migliore spot di questo non c'è".
Il Di Battista-show non si esaurisce oggi a questo solo episodio. Questa mattina durante la discussione sulle risoluzioni in merito alla missione di supporto in Libia, il responsabile Esteri M5S nel suo intervento ricorda: "Oggi una deputata del Pd, la Quartapelle, definisce, parole sue, 'intervento affrettato e pieno di errori'. Ed è stato avallato da tutti voi e anche da Forza Italia piegandosi ai diktat di Sarkozy, del premio Nobel Hollande, che poi si è scusato, e di Napolitano…". Peccato che l'ex presidente francese non era ancora in carica in quel periodo e non è stato mai designato per il Nobel.
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