L'intercettazione di un colloquio alla vigilia dell'interrogatorio anticipata dal Fatto. Procura indaga per violazione di segreto

"Non dire bugie, non ti credo. Hai visto Romeo una o più volte?" Questo il contenuto della telefonata tra Matteo Renzi e il padre, Tiziano, indagato nell'inchiesta Consip.  L'anticipazione della chiamata, del 2 marzo scorso, è stata fatta dal Fatto Quotidiano ed è tratta dal nuovo libro di Marco Lillo "Di padre in figlio". In seguito all'uscita della conversazione lo stesso ex presidente del Consiglio ha replicato su Facebook: "Questa mattina Il Fatto Quotidiano pubblica con grande enfasi delle intercettazioni tra me e mio padre. Risalgono a qualche settimana fa e sono già in un libro, a firma di un giornalista che si chiama Marco Lillo. Nel merito queste intercettazioni ribadiscono la mia serietà visto che quando scoppia lo scandalo Consip chiamo mio padre per dirgli: 'Babbo, questo non è un gioco, devi dire la verità, solo la verità'".

"Mio padre – aggiunge – non ha mai visto un tribunale fintantoché suo figlio è diventato premier. Fino a quel momento ha vissuto tranquillamente la sua vita, esuberante e bella: ha 66 anni e proprio sabato scorso ha festeggiato i 45 anni di matrimonio. Quattro figli, nove nipoti, gli scout, il coro della chiesa, il suo lavoro e naturalmente la passione civica per Rignano: è un uomo felice. Ha conosciuto la giustizia solo dopo che io sono arrivato a Palazzo Chigi. Non è abituato a questa pressione che deriva dal suo cognome più che dai suoi comportamenti. Gli ricordo che se sa qualcosa è bene che la dica, all'avvocato e al magistrato. La verità prima o poi emerge: è giusto dirla subito".

ALFANO: FUGA NOTIZIE HA RILIEVI PENALI. "Chiediamo a tutte le autorità competenti di valutare i profili penali di questa fuga di notizie delle intercettazioni in base all'ordinamento giuridico vigente. Non è possibile che in base a tutte le tecnologie esistenti e disponibili non si riesca a svolgere una così banale indagine che riguarda i principi fondamentali di civiltà di cui all'articolo 15 della nostra Costituzione" ha detto il leader di  Ap, Angelino Alfano, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulle intercettazioni.

INDAGA LA PROCURA. La procura di Roma ha aperto un nuovo fascicolo nell'ambito dell'inchiesta Consip, nel quale indaga per rivelazione del segreto d'ufficio e pubblicazione arbitraria di atti di procedimento penale, in merito all'articolo uscito oggi sul Fatto .   Oltre a non avere alcuna rilevanza penale, il dialogo tra i due, secondo quanto si apprende, non sarebbe presente in alcuna informativa in possesso dei magistrati, ma solo nella versione audio.

La telefonata tra Matteo Renzi e Tiziano, sarebbe avvenuta la mattina del 2 marzo scorso, il giorno prima di quello fissato per l'interrogatorio, a piazzale Clodio, di Renzi senior Nell'indagine sulla centrale acquisti della pubblica amministrazione risultano indagati, l'imprenditore Alfredo Romeo e il dirigente Marco Gasparri, entrambi accusati di corruzione. Rispondono di rivelazione di segreto d'ufficio il ministro dello Sport, Luca Lotti (all'epoca dei fatti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri), il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette e il generale di brigata dell'Arma Emanuele Saltalamacchia. Sono indagati per traffico di influenze oltre al padre dell'ex premier Tiziano Renzi, il suo amico imprenditore Carlo Russo, e l'ex parlamentare e consulente di Romeo, Italo Bocchino. Indagato anche, per falso, il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto.
 

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