"Nella vecchia DC nessuno ne avrebbe mai chiesto la cacciata dal partito" racconta il sindaco di Benevento

Mastella ma lei ha mai fatto il franco tiratore quando sedeva alla Camera tra i banchi della Democrazia Cristiana? "Una sola volta ho disatteso le indicazioni che venivano dal mio partito e fu durante un'elezione del capo dello Stato". E per chi non votò allora? "Non glielo, dico sennò che franco tiratore sarei stato…". Clemente Mastella, sindaco di Benevento dal 2016 dopo una carriera e una storia trascorsa nella Democrazia Cristiana e poi nei tanti partiti nati dalle ceneri della 'balena bianca', fino all'approdo in Forza Italia, si fa una sonora risata quando LaPresse gli chiede se quanto successo ieri al Senato con la comparsa di due franchi tiratori del Pd, sia paragonabile alla stagione della Prima Repubblica.

"Non scherziamo, la Democrazia Cristiana era un grande partito che faceva della tolleranza una delle ragioni fondanti della sua stessa esistenza. Nessuno avrebbe mai chiesto la cacciata di un franco tiratore, ammesso e non concesso che venisse individuato. Nel Pd mi pare che si auspichi addirittura l'uscita dal partito di chi non si allinea ai voleri del segretario. Insomma si fa di tutto perchè i contestatori se ne vadano".

Quando gli si chiede perchè sono nati i franchi tiratori, Mastella non ha dubbi: "Più grandi sono i partiti, maggiori sono le possibilità che al loro interno si annidino i franchi tiratori. Sono sempre stati il prodotto di uno scontro interno, una guerra tra correnti se vogliamo tornare alla Dc, che come un fiume carsico si manifestano nell'unica occasione possibile, quella del voto segreto. La Dc era un grande partito, il Pd era un grande partito ma con una significativa differenza".

Quale? "Che nella Democrazia Cristiana il franco tiratore non avrebbe mai prodotto al partito un danno elettorale. Oggi nel Pd mi dispiace dirlo c'è chi fa di tutto per consegnare il paese a Beppe Grillo. Non mi pare sia una grande strategia politica. La questione dunque va al di là di come può aver votato questo o quell'esponente di partito". Insomma le differenze tra prima e seconda Repubblica non sono solo sostanziali ma finiscono anche per riferirsi ai dettagli. "Dettagli un corno: ma lei pensa che all'epoca di piazza del Gesù il nostro segretario di allora avrebbe chiesto, di fronte a due franchi tiratori o alla mancata elezione di un presidente di Commissione, di essere ricevuto al Quirinale o di invitare il capo del Governo ad una verifica di maggioranza? Una cosa inverosimile per quei tempi e, diciamolo francamente, anche leggermente ridicola. Eppure è quel che sta succedendo oggi". Allora lo vuol dire o no per chi non votò quel giorno a camere riunite? "Non glielo dirò mai. In fondo anche io sono stato un franco tiratore, anche se per una volta sola".
 

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