"Chi dominava nel bagarinaggio era Dominello" ha detto il procuratore Figc in Antimafia. Processo sportivo il 26 maggio

"Io non faccio la Procura ordinaria, io mi occupo della gestione dei biglietti, poi se c'è una permeabilità della dirigenza juventina riguarda non me ma la Commissione, ha riguardato la Procura ordinaria. Io mi occupo dei biglietti. Ho dato degli elementi alla Commissione, la cosa è certa che i biglietti sono stati dati anche a persone legate alla criminalità, questo è il dato". Lo ha detto il procuratore Figc Giuseppe Pecoraro, in audizione in Antimafia, parlando dell'inchiesta che riguarda le infiltrazioni della criminalità organizzata nella rivendita dei biglietti allo Juventus Stadium. "Sarà il giudice sportivo a tenerne conto, ma non chiedetelo a me. Chi dominava nel bagarinaggio dei biglietti dello Stadium era Dominello, il resto lo fa la Procura ordinaria", ha aggiunto.

AGNELLI CONOSCEVA LA GESTIONE DEI TICKET. "I motivi del deferimento sono vari: l'articolo 12 del Codice di giustizia sportiva dice che non è possibile il bagarinaggio o contatti con la tifoseria organizzata. La responsabilità è in primo luogo del presidente della società che era consapevole o comunque non ha vigilato sulla gestione dei biglietti" ha detto Pecoraro parlando del deferimento della Juventus e del presidente Andrea Agnelli. "C'è una responsabilità diretta e una indiretta per essere rappresentante legale della società. Consapevolezza? – ha spiegato in Antimafia – Ci interessa il fatto che questi biglietti siano stati utilizzati da parte di soggetti malavitosi, c'è anche un'intercettazione dove si parla di fondi anche per le famiglie di detenuti. I motivi sono vari e soprattutto nella gestione dei biglietti ne era a conoscenza anche il presidente Agnelli".

INTERCETTAZIONE. "L'intercettazione di cui si è parlato molto l'altra volta (una fra D'Angelo e Calvo dell'agosto 2016, ndr), sulla quale sono state dette tante cose, è un'interpretazione che è stata data. Noi abbiamo dato una certa interpretazione, perché da quella frase sembrava ci fosse una certa confidenza" fra Agnelli e Dominello, "ma probabilmente era del pubblico ministero quella frase. Anzi, da una lettura migliore e da una revisione logica la attribuisco al pubblico ministero" ha precisato il procuratore.

STOP PROCESSO MEDIATICO.  "Ho accolto con piacere quest'invito per integrare quanto detto il 7 marzo scorso, anche nella speranza di chiudere le polemiche susseguite dopo quella data e bloccare un processo mediatico inopportuno che non fa bene né alla giustizia sportiva né a quella ordinaria, entrambi i processi sono in corso" ha detto Pecoraro. "Il Tribunale federale nazionale della Figc e, in secondo grado, la Corte d'appello federale valuteranno se le mie interpretazioni saranno accoglibili o meno. La Procura federale si è basata solo su atti dell'inchiesta 'Alto Piemonte' e tengo a specificare che ciò che può non essere rilevante per giustizia ordinaria lo può essere per sportiva", ha aggiunto.

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