Il governatore toscano commenta il dietrofront del collega pugliese
"Tortuosa è la strada dell'asino, dritta quella dell'uomo, scriveva il grande architetto Le Corbusier. Ecco, io ho scelto di seguire la strada dritta, Emiliano quella dell'asino". Così il governatore toscano, Enrico Rossi, commenta in un'intervista a La Stampa, il dietrofront del collega pugliese, del quale dice: "Domenica sera abbiamo firmato con lui e Roberto Speranza una nota durissima che annunciava la scissione. Poi l'ho sentito lunedì in giornata, mi ha detto che ci saremmo risentiti la sera".
"Ma quella telefonata non è arrivata. Non ha concordato nulla con noi". "Ho detto che avrei lasciato il partito per costruire una nuova forza politica di sinistra e ora tengo la barra dritta, anche se non è facile – afferma -. Lo faccio per ragioni profonde, non certo per la data del congresso. Non me la sento di partecipare ad un congresso che sarà solo una re-incoronazione di Renzi". Chiede quindi a chi lavora per evitare la scissione di smetterla: "Le condizioni per restare non ci sono, il Pd non è più il mio partito, da Renzi ci divide l'analisi sulla società italiana e le risposte da dare alla crisi". "Ma ricordo – aggiunge – che il nostro avversario è la destra, non il Pd. Coi dem bisognerà provare a ricucire, anche immaginare un'alleanza"
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