L'ex magistrato intervenuto a un convegno in Tribunale a Milano organizzato in occasione dei 25 anni dalla maxi-inchiesta

"Tangentopoli è ancora qui". Lo ha detto l'ex magistrato del pool Antonio Di Pietro parlando a un convegno in Tribunale a Milano organizzato in occasione dei 25 anni di Mani Pulite. "Da allora – ha aggiunto Di Pietro – l'unica cosa che è cambiata è che c'è desolazione da parte dell'opinione pubblica perché non crede più che possa cambiare qualcosa e guardo con amarezza quest'aula magna vuota", ha concluso Di Pietro davanti a una platea semi vuota anche a causa dell'assenza degli avvocati e di molte toghe. Tra gli ospiti del convegno c'era anche il presidente dell'Anm Piercamillo Davigo. Di Pietro ha spiegato, dopo aver ricordato la vicenda del dossier 'Achille' che conteneva una serie di notizie riservate su di lui e sul pool, che Mani pulite è finita "perché mentre stavamo indagando sui 'bauscia' del Nord siamo andati a toccare quelli che avevano contatti con la mafia". Davigo invece, ha spiegato che con le indagini effettuate dalla Procura di Milano tra il 1992 e il 1996, il pool di Mani Pulite ha "creato i ceppi di virus resistenti agli antibiotici. Se si interrompe la cura a metà – ha aggiunto – questi sono i risultati e noi purtroppo abbiamo interrotto la cura a metà".  Davigo però ha ricordato che "nonostante in questi anni ne abbia fatte di tutti colori, adesso ricopro una carica apicale", segno che "le guarentigie della magistratura hanno tenuto".

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