Il capo dello Stato durante la cerimonia al Quirinale: "Evitare il rischio di sovraesposizioni e provvedimenti singolari"
"Anch'io ho svolto il ruolo di giudice costituzionale e ho avuto modo di constatare il valore del confronto e della dialettica. Eppure in quegli anni ho sentito anche la tensione di dover rendere giustizia. Non fatevi condizionare da nulla se non dall'applicazione della legge. Neppure da quel sottile senso di solennità che deriva da questo ambito in cui operiamo. Occorre non smarrire mai il senso dei propri limiti particolarmente di quelli istituzionali". Questo il monito rivolto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai 610 magistrati ordinari in tirocinio, nel corso della cerimonia che si è tenuta al Quirinale alla presenza del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e del ministro della Giustizia Andrea Orlando.
"E' un'esortazione che rivolgo innanzi tutto a me stesso – spiega il Capo dello Stato – perché in questo salone così solenne tutto esprime un senso di autorevolezza e, operando in questo ambiente, occorre non smarrire mai il senso dei propri limiti, particolarmente di quelli istituzionali. Nel corso della vostra carriera ogni tanto, se vi è possibile, cercate di rammentare questo mio sommesso suggerimento".
"E' bene – aggiunge – che per evitare il rischio di sovraesposizioni o di provvedimenti giudiziari che possano apparire 'singolari', il magistrato si senta inserito nell'ufficio giudiziario cui appartiene e si avvantaggi dello scambio e della collaborazione con i colleghi e con i dirigenti degli uffici".
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