Ripreso stamane in commissione Bilancio alla Camera l'esame degli emendamenti alla manovra del Governo
Riprende stamane in commissione Bilancio alla Camera l'esame degli emendamenti alla manovra. C'è tempo invece fino alle 11 per presentare i sub-emendamenti alle proposte di modifica avanzate ieri dal Governo. L'obiettivo resta quello di portare il testo in aula entro venerdì 25, ma le possibilità di farcela sembrano diminuire. Sono stati molto numerosi infatti gli emendamenti accantonati tra ieri e domenica, su insistenza dei proponenti, allo scopo di permettere ulteriori valutazioni e riformulazioni. E non solo quelli dell'opposizione. "Da giorni lavoriamo venti ore al giorno – ha ammonito il viceministro all'Economia Enrico Morando – per selezionare gli emendamenti. Questo lavoro di selezione viene distrutto dalla sistematica insistenza dei parlamentari su ogni singolo emendamento. E lasciatemelo dire, in particolare dei parlamentari di maggioranza".
La seduta dei lavori ieri si è conclusa intorno alle 22 tra le polemiche. Tra le proposte di modifica presentate dal Governo, infatti, ce n'era anche una di tre pagine che introduceva novità fiscali che si sono rese necessarie a causa delle modifiche al codice civile introdotte da una direttiva europea. Oggetto: il modo in cui vanno contabilizzate alcune voci nei bilanci delle imprese. Ma il M5s ha duramente attaccato sia Morando che il presidente della commissione Francesco Boccia, parlando di un testo incomprensibile comparso all'ultimo minuto. Per mettere fine alle polemiche, allora, Morando ha ritirato il testo.
Sono stati due i pacchetti di emendamenti presentati dall'esecutivo, in tutto quindici modifiche. Tre – tra cui la salvaguardia di 900 lavoratori portuali di Gioia Tauro e Taranto e il completamento del programma Grandi stazioni per 40 milioni di euro – sono state dichiarate inammissibili. Tra gli emendamenti ammessi, invece, il raddoppio da 15 a 30 milioni dei fondi per i contratti di solidarietà, e l'aumento del Fondo per la lotta alla povertà di 150 milioni di euro (recuperati dalle risorse dell'Asdi, l'assegno di disoccupazione introdotto dal Jobs Act). Ancora, 100 milioni per la realizzazione di nuove scuole attraverso le casse Inail, e 50 milioni per la cooperazione internazionale attraverso la Cassa depositi e prestiti. Tra gli emendamenti già approvati, poi, ce n'è uno che stabilisce che la bonifica di siti inquinati ad alto rischio ambientale entra tra gli interventi che si possono fare superando i vincoli del patto di Stabilità.
A tenere banco nel corso della giornata l'annuncio di 530 milioni per decontribuire le nuove assunzioni (giovani fino a 24 anni o disoccupati da almeno sei mesi) al Sud. La norma però è arrivata attraverso attraverso un decreto del ministero del Lavoro, facendo saltare così un emendamento alla manovra – di contenuto simile – di Forza Italia. E la copertura attinge alle politiche attive per l'occupazione previste dal Pon (Programma operativo nazionale) 2014-2020, che ha una dotazione complessiva di 2 miliardi e 100 milioni. "La scelta del Governo – spiega Boccia – è stata prendere un quarto di queste risorse e spenderle tutte nel 2017 per la decontribuzione parziale sul lavoro. E' una scelta condivisibile o meno ma parliamo di risorse già stanziate per il Mezzogiorno e che sono state utilizzate per il Sud".
Ultimo punto, il Governo ha aperto su opzione donna e esodati. "La legge Maroni del 2004 – spiega Cesare Damiano, del Pd – consente alle donne che abbiano 35 anni di contributi di andare in pensione a 57 anni di età se dipendenti e a 58 se autonomi. Parliamo di includere nella possibilità di andare in pensione con questa formula, con un taglio della pensione intorno al 30%, anche le donne che compiono quell'età, 57 e 58 anni, nel quarto trimestre del 2015". E' atteso a questo proposito quindi un nuovo emendamento del Governo. L'esecutivo, ha annunciato Morando, è disponibile anche a rivedere la salvaguardia per gli esodati per includere i soggetti esclusi.
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