La replica della sindaca di Roma: "Affari con Mafia Capitale? Mica siamo il Pd"

In qualità di segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi – intervenuto a Classe Dem, la due giorni di formazione per i giovani democratici – va all'attacco del Movimento 5 Stelle, partendo dall'amministrazione di Roma guidata da Virginia Raggi. "Pensate cosa sarebbe accaduto se fosse venuto fuori che la svolta" a Roma, "era consegnare il settore dei rifiuti a una donna collegata a uomini chiave di mafia capitale", ha detto riferendosi al caso dell'assessore all'Ambiente Muraro. Durante il suo intervento ha rincarato la dose dicendo: "Il problema non è cosa fa la Raggi sul tetto, ma cosa fa quando scende. Non ho alcun problema a dire che quella immagine mi piace e se avesse un tetto palazzo Chigi, ci andrei".

E ancora: "Un Parlamento che sceglie Alessandro Di Battista e non Ilaria Capua è un parlamento che sceglie la morale doppia – ha detto – La doppia morale dei 5 stelle fa ridere i polli" ha detto Renzi, ricordando gli attacchi del grillino alla ex deputata di Scelta civica, e sottolineando: "Noi crediamo alla scienza e al futuro".

RAGGI: MICA SIAMO IL PD – "Affari con Mafia capitale? Mica siamo il Pd". Arriva secca e precisa la replica del sindaco di Roma, Virginia Raggi, alle parole pronunciate dal segretario del PD. "I cittadini sanno che quel sistema lo hanno creato loro e noi lo stiamo combattendo – spiega il primo cittadino della capitale –  Il premier quando è in difficoltà – ultimamente capita spesso – prova a distogliere l'attenzione e a cambiare argomento. Forse è nervoso perché si avvicina la data del referendum sulle finte riforme. E i confronti in tv lo vedono in grossa difficoltà. Piuttosto si concentri sul disastro economico del governo, sui dati della disoccupazione giovanile, sulla fallimentare politica estera, sull'emergenza migranti". Poi l'affondo in un Post scriptum: "Attendiamo ancora di sapere cosa ha fatto con i fondi delle cene elettorali con Buzzi. Il PD non crederà mica che l'abbiamo dimenticato?".
 

LA PARTITA DEL REFERENDUM – "Grazie anche al confronto" con Gustavo Zagrebelsky su La7 "è emerso finalmente che non c'è una deriva autoritaria e che era una preoccupazione un tantinello esagerata", ha spiegato Renzi nel corso del suo intervento. "Noi siamo nell'era della post-verità, ma noi dobbiamo essere attaccati alla realtà", ha proseguito sempre parlando del referendum. "No polemics – spiega – ma il problema dei dibattiti televisivi è che stiamo entrando nella società della post-verità, non esiste la possibilità di una verifica puntuale dei singoli punti".  "Ci giochiamo nei prossimi due mesi, i prossimi 20 anni. E' una sfida pazzesca, molto più grande del futuro mio e del mio governo. Una scelta decisiva per il futuro dell'Italia nell'Europa", ha aggiunto. Secondo il premier-segretario "non tornerà più un'occasione del genere".
 

PONTE SULLO STRETTO – "L'odio verso l'avversario non può portare a questi livelli, può capitare che anche Berlusconi abbia detto una cosa buona. Non si vive in modo di dogmi e ideologie", ha affermato riferendosi alla discussione del ponte sullo Stretto che ha sollevato numerose polemiche.
 

 
 

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