Il presidente emerito: Il governo trovi un terreno d'incontro per modifiche all'Italicum

Il presidente emerito Giorgio Napolitano torna a far sentire la sua voce con un monito ai partiti.- "Con quello che succede nel mondo e quello che ha sulle spalle l'Italia, è davvero surreale l'infuriare di una guerra sul referendum costituzionale", dice intervistato da Mario Calabresi su La Repubblica. E aggiunge: "Credo si comprenda che mettere (alla cieca) a rischio la continuità e l'azione del governo oggi esponga il Paese a serie incognite in termini di convulsione politica e istituzionale".

"La riforma non è né di Renzi né di Napolitano, ma è quella su cui la maggioranza del Parlamento ha trovato l'intesa", prosegue l'ex presidente della Repubblica.
E sulla legge elettorale insiste: "Il governo deve trovare un terreno d'incontro per apportare modifiche".
"Non vedo abbastanza respiro – prosegue Napolitano parlando del momento politico – capacità di elevarsi al di là di tante dispute estremizzate e di ritrovarsi in alcune grandi esigenze di impegno comune, come quella a cui ci ha richiamato tragicamente il recente terremoto".
Ieri sera anche il premier Matteo Renzi era intervenuto sull'argomento. Al referendum "è legittimo votare no, ma si deve sapere che chi vota no vuole tenersi questa palude", ha detto nel corso del suo intervento al Teatro Politeama di Lecce dove si svolge un evento organizzato dal comitato del 'sì' al referendum.

"La cosa che serve all'Italia – ha spiegato – è fare un Paese più semplice". "E' fondamentale – ha aggiunto – passare dalla logica del 'timbro' a quella del 'click". "Di fronte a questa esigenza di semplificare – ha spiegato Renzi – abbiamo il Parlamento più costoso e numeroso dell'Occidente, un sistema di rapporti tra Stato e Regioni che favorisce la confusione, un bicameralismo paritario che non funziona più e che nemmeno i padri costituenti volevano davvero".

Se al referendum costituzionale vincerà il 'no', ha proseguito Renzi dal palco "torniamo indietro di 20 anni, torniamo a una bella bicamerale D'Alema-Berlusconi così ci sentiamo tutti più giovani".

 

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