Il sindaco di Parma risulta indagato per abuso d'ufficio nell'inchiesta sulle nomine al Teatro Regio della città emiliana
E' una reazione a catena quella innescata dalla notizia che il sindaco di Parma del M5S, Federico Pizzarotti, risulta indagato per abuso d'ufficio nell'inchiesta sulle nomine al Teatro Regio della città emiliana. Il fuoco di dichiarazioni si alza immediatatamente e raggiunge un livello nazionale.
Rimbalza a Roma dove una dei protagonisti della corsa al Campidoglio la grillina Virginia Raggi, alla domanda rivoltale in una diretta del Corriere live se Pizzarotti indagato debba dimettersi risponde: "Questo lo valuterà lui. Non ho avuto modo di approfondire la questione. Rivolgete la domanda a lui, bisogna valutare il contenuto dell'avviso di garanzia".
"Riteniamo giusto e corretto che a seguito di avviso di garanzia si capiscano le motivazioni che ne sono alla base e si decida in seguito se dimettersi", dice Raggi che sottolinea che nel Movimento 5 Stelle "valutiamo il contenuto di un avviso di garanzia prima di decidere e sulle dimissioni valutiamo caso per caso". Poi la candidata pentastellata al Campidoglio alza il tiro: "Ma gli avvisi di garanzia non vengano utilizzati come manganelli – tuona Raggi – L'onestà deve essere il faro ma attenzione a non usarla strumentalmente contro una forza politica che sta cercando di riportare la legalità".
Frasi che suonano proprio come le parole che dal Pd tutti aspettavano per ribaltarle contro i pentastellati. "Raggi 'No agli avvisi di garanzia usati come manganelli'. Il senso del ridicolo, questo sconosciuto", scrive su Twitter il presidente del Pd Matteo Orfini.
Per il renziano Ernesto Carbone, Raggi, nonostante i toni, nella sostanza scarica Pizzarotti e difende Nogarin."Oggi la Raggi, quella dello strapotere dei magistrati, quella che scappa dai confronti con i candidati, perché Roma la conosce solo dagli appunti della Casaleggio associati, scarica Pizzarotti mentre ieri difendeva Nogarin. Sarà perché non corre buon sangue tra Grillo e il sindaco di Parma? Uno non vale uno".
Una raffica di accuse cui Fico dal direttorio del M5S risponde così, con una formula che suona quasi di rito: "Il sindaco di Parma è indagato per aver nominato il direttore del teatro Regio, cosa che è nelle sue prerogative. La magistratura sta verificando se ha seguito correttamente la procedura. Come sempre, se dovesse emergere una condotta contraria alla legge e ai principi del MoVimento 5 Stelle chiederemo un passo indietro. Come in tutti gli altri casi".
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