L'attacco dell'esponente leghista dopo l'allargamento del sostegno al premier

"Nel momento in cui al Governo sono entrati prima l'ex segretario e ora anche l'ex coordinatore di Forza Italia, ovvero quelli che sono stati i principali antagonisti del Pd alle ultime elezioni politiche, è diventato inverosimile che Renzi possa continuare a fare il presidente del Consiglio dei ministri e al tempo stesso anche il segretario del Pd". Lo afferma il senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato e responsabile organizzazione e territorio della Lega Nord. "A questo punto – aggiunge – se dovesse proseguire mantenendo entrambi i ruoli significherebbe che è vero che sta lavorando per fare il 'partito della nazione' e così facendo starebbe tradendo il Pd di cui è segretario".

"Una situazione assurda – sostiene Calderoli – perché Renzi governa il Paese senza preso i voti dei cittadini ma solo quelli del palazzo, e tra questi voti ci sono quelli determinanti di transfughi del centrodestra, e intanto da premier sta liquefacendo il Pd ovvero il partito che ha preso, seppur per un soffio, il maggior numero di voti alle elezioni e per questo ha ottenuto il conseguente premio di maggioranza decisivo per questo Governo.  Un pasticcio evidente e sotto gli occhi di tutti".

"Così Renzi dopo aver fatto il 'fritto misto' di maggioranza di Governo adesso lavora per passare ad un partito 'fritto misto' e allora si capisce perché nell'Italicum ha parlato di lista e non di coalizione di liste, perché puntava già da allora a fare il suo 'partito fritto misto'. Non spetta a noi – conclude il leghista Calderoli – chiedere a Renzi le dimissioni da segretario del Pd, come peraltro stanno iniziando a fare diversi suoi iscritti – certo se poi si dimettesse da segretario del Pd farebbe felici i suoi iscritti e se poi si dimettesse anche da premier farebbe felici anche tutti i cittadini che non lo hanno mai eletto e lo manderebbero volentieri a casa subito – ma ogni tanto un esamino di coscienza sarebbe opportuno farlo, sempre che una coscienza ce l'abbia".

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