Il premier intervenendo alla scuola di formazione politica del Pd si è detto "orgoglioso" del risultato

 Dopo il primo 'sì' pronunciato in Senato sulle unioni civili, Matteo Renzi interviene a sorpresa alla scuola di formazione politica del Pd per ribadire che è "straorgoglioso" del risultato ottenuto. E, rispondendo ai quattrocento giovani, future leve della classe Dem, risponde in realtà anche al Paese. "So che tra di voi – dice il segretario alla platea – ci sono opinioni diverse. Tuttavia è vero che per essere idealisti bisogna sognare l'impossibile, ma poi bisogna portare a casa il possibile. L'alternativa al maxiemendamento era la melina. Se noi avessimo fatto zero a zero sui diritti anche in questa legislatura, ci sarebbe stato da vergognarsi".

 

Insomma, uno a zero per il governo. Sulla questione interviene anche il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi che, dopo un lungo preambolo su quanto fatto dall'esecutivo nei due anni di vita, va al cuore del discorso e tocca il tema più caldo del momento: le unioni civili e le adozioni "per tutti" – nel passaggio si toglie anche la giacca, suscitando il brusio dei giovani Dem -. "Il voto in Senato è stata una vittoria dei diritti civili, non una sconfitta. Mi auguro che la legge sia votata il prima possibile anche alla Camera", precisa il ministro. "La mano mi tremava quando ho firmato il maxiemendamento", racconta. E con uno dei rarissimi riferimenti alla sua vita vita privata dà una risposta velata al Cinquestelle Alessandro Di Battista che aveva parlato di 'legge come altre': "Non è stata una firma qualunque, non è stata una firma come altre fatte in precedenza perché avevo in mente tanti volti e in particolare quello di un mio amico che quest'estate è andato via, se l'è portato via una malattia. Per lui la legge è arrivata tardi". Il ministro per le Riforme poi risponde ai giovani – alcuni suoi coetanei, per la verità – che le chiedono conto delle adozioni, dopo lo stralcio della stepchild adoption dal testo approvato a Palazzo Madama. "Faremo una legge sulle adozioni che riguardi tutti: gay, single, eterosessuali", rilancia il ministro, assicurando che si partirà dal "soggetto più importante", vale a dire "i bambini". Niente promesse azzardate dunque, ma il Pd è pronto e "martedì il gruppo Pd della Camera farà un'assemblea per elaborare una proposta sulla legge delle adozioni". Un avviso anche ad Area popolare e in particolare al leader di Ncd e ministro dell'Interno Angelino Alfano. Tant'è che, poche ore dopo, il senatore di Ap Maurizio Sacconi (non ha votato la fiducia sulle unioni civili in dissenso dal gruppo) lancia l'allarme: "Il gruppo dirigente del Pd, ancorché di formazione cattolica, conferma la determinazione a proseguire il percorso della sovversione dei principi tradizionali con l'adozione delle coppie omosessuali".

 

Il ministro Boschi ha poi risposto anche alla questione politica aperta dalla minoranza Pd, dopo che il gruppo Ala di Denis Verdini ha votato la fiducia al governo (18 su 19 senatori) sulle unioni civili. "L'Italicum non permetterà strane coalizioni né strani accordi, come avvenuto in passato – ha ribadito il ministro -. Per questo trovo singolare – e lo dico con tutta l'amicizia e l'affetto nei suoi confronti – che chi come Roberto Speranza questa legge non l'ha votata ci venga a dire che che non vanno bene le coalizioni e le maggioranze spurie". E sulla richiesta di anticipare il congresso Pd dopo il caso Verdini, Boschi ironizza: "Al nostro partito piacciono molto le elezioni, tanto è vero che se c'è un anno in cui non ci sono le elezioni, noi chiediamo il congresso prima, così qualche elezione comunque la possiamo fare perché ci piacciono particolarmente".

Non è una novità che Roberto Speranza sia il candidato in pectore della minoranza per il prossimo congresso dei democratici, previsto per la fine del 2017. E' dai primi mesi estivi che la minoranza Dem si prepara per l'evento. E' di venerdì il duro intervento del vicesegretario Debora Serracchiani in questo senso: "A Speranza ricordo che Verdini ha votato la fiducia al governo Monti e l'ha votata al governo Letta, oltre ad aver votato ieri per le unioni civili. Il gruppo di Verdini non c'entra nulla con il Pd, non fa parte del nostro partito e mai ne farà parte. L'unico a tenere quotidianamente insieme il Pd e Verdini è proprio Speranza, che insegue i propri fantasmi. Forse, più che al congresso del Pd vuole candidarsi a segretario di Ala? Sicuramente avrebbe più chance. Se invece vuole candidarsi segretario del Pd si accomodi, ci metta la faccia al prossimo congresso. E vedremo chi vincerà".

Ma le parole dure del vicesegretario non bastano a chiudere la partita. Dopo il discorso di Boschi, i senatori della minoranza Federico Fornaro e Carlo Pegorer ricordano che "da sempre quando si vota la fiducia al governo si entra in maggioranza e quasi di soppiatto il Pd ha accettato l'appoggio dei cascami del berlusconismo, tentando per di più di usare le Unioni Civili come 'copertura' all'operazione iniziata al Senato con il voto sulle Commissioni". Per  i Dem, "Speranza ha giustamente posto un problema politico e di identità del Pd perché è sempre valido il proverbio popolare 'dimmi con chi vai e ti dirò chi sei'". "Non si dimentichi – concludono con sottile ironia – che nel 2013 avesse accettato di fare un Governo insieme con Berlusconi e Verdini, Bersani oggi sarebbe a Palazzo Chigi alla guida di un governo di larghe intese e Matteo Renzi ancora sindaco di Firenze".

Che il Pd stia cambiando pelle è fuor di dubbio, ma non è detto sia in peggio. Un passaggio molto significativo è quello che il premier-segretario riserva alla giustizia e a certa "stampa mediatica", cercando di 'educare' le nuove leve e annunciando il 'rientro' nel Pd del senatore Salvatore Margiotta, assolto dalla Cassazione. "Noi – ha detto Renzi – se ci sono le prove, i nostri li mandiamo in carcere. Noi siamo questa cosa qui. Così è stato per Genovese che quando è tornato è andato in Forza Italia. Ma con la stessa chiarezza, non accettate mai una certa deriva della stampa mediatica e dell'opinione pubblica che confonde la giustizia con il giustizialismo. La nuova leva del Pd dev'essere questo. Anche su questi temi c'è da discutere perché la stampa lo fa in modo molto superficiale, ma questi sono temi che hanno segnato per vent'anni la vita delle persone e non se n'è parlato a sufficienza. Noi dobbiamo essere dalla parte della giustizia sempre e comunque a partire dai nostri, ma se saremo dalla parte del giustizialismo avrà perso l'Italia e la Costituzione". E Renzi puntualizza: "Il principio che l'avviso di garanzia implichi le dimissioni è una stortura, troppe volte è bastato un avviso di garanzia per condannare le persone". Il messaggio è forte e chiaro.
 

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