"Le esecuzioni capitali hanno un prezzo di vite umane ancora troppo alto, sarebbe comunque inaccettabile anche se la pena cadesse su una sola persona"

Mattarella fa suo l'appello di Papa Francesco e rilancia:  "Dobbiamo costruire un mondo libero dalla pena di morte". In un incontro al Quirinale con i ministri della Giustizia partecipanti al IX Colloquio internazionale sul tema: "Non c'è giustizia senza vita", il capo dello Stato ricorda che "le esecuzioni capitali hanno un prezzo di vite umane ancora troppo alto; e sarebbe comunque inaccettabile anche se la pena cadesse su una sola persona" per questo ha sottolineato Mattarella "non ci sarà piena giustizia nel mondo finché l'uccisione di essere umani non verrà bandita. Credo che tutti i governanti debbano riflettere su questo principio".

Proprio ieri il Pontefice dopo l'Angelus in piazza San Pietro ha fatto appello "alla coscienza dei governanti, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l'abolizione della pena di morte. E propongo a quanti tra loro sono cattolici di compiere un gesto coraggioso ed esemplare: che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia". Un appello che nasce dal  convegno internazionale, tenutosi oggi a Roma,  dal titolo 'Per un mondo senza la pena di morte', promosso dalla Comunità di Sant'Egidio, a cui lo stesso presidente della Repubblica ha detto di aver "aderito con convinzione" perché "pone il tema del diritto al vita e del rispetto della dignità umana come fondamenti di civiltà". Ed è "compito delle istituzioni contribuire a questo impegno fondamentale". "L'Italia e l'Europa sono, non da oggi, in prima linea in questa battaglia" che Mattarella definisce "di portata storica" che "mira ad affermare il rispetto della vita di ogni essere umano e, dunque, la dignità della persona e il suo primato anche all'interno degli stessi ordinamenti".

Mattarella non può per questo dimenticare la condizione dei detenuti nelle carceri che secondo il capo dello Stato deve avere come obiettivo "la rieducazione del condannato" non solo come "un principio costituzionale" ma come "un lungimirante obiettivo che, se perseguito con impegno costante da parte dello Stato, può determinare le condizioni per il recupero dei detenuti e per una maggiore sicurezza di tutta la società".  Senza prospettive di reinserimento  ha rilevato Mattarella "non si riduce il grave fenomeno della recidiva dei condannati, e dunque cresce il campo in cui opera la delinquenza e si alimenta l'illegalità". "La dignità di ogni uomo non è una variabile indipendente ma il fondamento della civiltà. Nessuno difenderà realmente le conquiste dei propri padri, violando l'integrità e il diritto alla vita delle persone" ha concluso.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata