Di Elisabetta Graziani
Roma, 4 gen. (LaPresse) – “La legge va fatta subito”. Matteo Renzi, interpellato dalla Stampa, detta i tempi sulle unioni civili dopo giorni di nuove polemiche dentro e fuori la maggioranza. Il provvedimento è atteso in Senato a partire dal 26 gennaio. La stepchild adoption è il pomo della discordia. Contro l’ipotesi di aprire le adozioni alle coppie omosessuali si schiera parte dei democratici cattolici e di Ap che arriva, con la deputata Paola Binetti, a sostenere la bontà di una legge che regoli le unioni gay ma che non sia il disegno di legge Cirinnà. Sui punti più controversi, il presidente del Consiglio annuncia libertà di coscienza, ma precisa che l’obiettivo di fondo è “sanare una ferita” che fa dell’Italia il “fanalino di coda dell’Europa”.
Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini, in una intervista al Messaggero, ribadisce che il partito cerca “un’intesa con tutti coloro che vogliono concludere il lavoro avviato e mantenere fede ad un impegno preso con gli italiani, cercando il consenso più ampio anche di forze che sono all’opposizione come il M5S e Sel”. Guerini è guardingo circa la possibilità di modificare il testo di legge che vede contrari gli alleati di Area popolare. “Vedremo – dice Guerini – il provvedimento deve rappresentare un punto d’equilibrio e non la vittoria di una parte contro l’altra”.
Ma se i vertici del Pd sembrano più concilianti, tra i democratici prevale la posizione di chi, come Micaela Campana, si dice “contraria a creare degli orfani per legge”, con riferimento ai figli di coppie omosessuali che hanno un solo genitore legale e “in caso di grave impedimento dello stesso (morte o infermità grave) il minore finirebbe in carico ai servizi sociali anziché all’altro partner con il quale è cresciuto”.
Se il Pd è diviso tra una maggioranza favorevole al ddl Cirinnà e una minoranza critica su alcuni punti come le adozioni, il Centrodestra non è da meno. Fabrizio Cicchitto (Ncd) invita a evitare chiusure ideologiche e riconoscere i diritti a chi non li ha, mentre Maurizio Gasparri (Fi) invitava sabato a trovare una sintesi in Forza Italia e domenica invocava un emendamento ad hoc contro l’utero in affitto. Sempre ieri Gianluca Buonanno, europarlamentare della Lega Nord e sindaco di Borgosesia in provincia di Vercelli, annunciava l’istituzione di un registro delle unioni civili. Intanto Scelta civica, tramite il deputato Gianfranco Librandi, fa appello al “buon senso” contro l’arroccamento ideologico e chiede di “avvicinarsi agli standard Ue”.
In Forza Italia l’onorevole Stefania Prestigiacomo si pronuncia nettamente a favore delle unioni civili e, sotto lo slogan ‘Se non ora, quando’, invita ciascuno a “fare appello alla propria libertà di coscienza” per comprendere come per l’Italia sia “il momento di compiere un passo di civiltà”. Molto critica Annagrazia Calabria che attacca il Pd, accusata di aver “trasformato il confronto sulle unioni civili in una battaglia ideologica sulla stepchild adoption, anticamera della pratica dell’utero in affitto”. Mentre l’azzurra Elena Centemero, membro della Commissione Equality and Non Discrimination del Consiglio d’Europa, cerca una mediazione e si dice favorevole ai diritti delle coppie gay, ma contraria alle adozioni. Dello stesso avviso Pino Pisicchio, presidente del Misto alla Camera.
Affonda il coltello nelle divisioni interne alla maggioranza di governo Gaetano Quagliariello, fondatore del movimento Idea, che si rivolge ai suoi vecchi colleghi di Ap con parole dure. “E’ davvero difficile comprendere – sostiene Quagliariello – come le forze di maggioranza che professano convinzioni inconciliabili con quelle che il Pd si accinge a imporre con geometrie variabili, possano al dunque far finta di niente e di fatto voltarsi dall’altra parte” di fronte a un Pd definito “cinico e opportunista”. “Renzi – prosegue – ha fin qui usato i voti di Ncd per governare, non si imbarazza di chiedere nei comuni i consensi di Sel e della sinistra più estrema, e ora sulle unioni civili arriva ad aprire al Movimento Cinque Stelle”.
La partita è aperta, ma le convergenze non sono affatto scontate. Se il disegno di legge venisse edulcorato nei punti relativi alla stepchild adoption, il Pd potrebbe perdere i voti di Sel e M5S. Ma se, al contrario, il testo non fosse modificato, l’asse Pd-Ap verrebbe rotto, creando un precedente non vincolante per il governo ma significativo per le prossime politiche.
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