Roma, 27 dic. (LaPresse) – La procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea verso l’Italia per la mancata applicazione del regolamento sulla registrazione dei migranti con la presa di impronte digitali “ha un che di surreale. Ci aspettavamo una procedura di ringraziamento”. Lo dice il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intervistato dal ‘Corriere della sera’. “L’Italia – spiega – ha dato una risposta da grande Paese nell’emergenza 2014 quando sono arrivate 170.000 persone e dopo una strage di 300 donne, uomini e bambini. È accaduto qualcosa di immane, di mai visto dal punto di vista organizzativo. Nel 2015 abbiamo avuto il tempo e la volontà di organizzarci, e l’abbiamo fatto”.

Alfano spiega che il sistema degli hotspot, cioè le strutture per registrare rapidamente gli immigrati, funziona “con il ricollocamento degli immigrati – nello spirito di un’Europa solidale – e con i rimpatri”. “Ma se noi apriamo gli hotspot, e lo stiamo facendo, ma non si procede con i ricollocamenti e non sentiamo parlare di rimpatri – precisa Alfano – rischiamo il collasso politico di un’Europa incapace di applicare gli accordi e il collasso funzionale. Perché gli hotspot servono a distinguere tra profughi e irregolari. Gli irregolari vanno chiusi in centri in vista del rimpatrio. Se non si rimpatria, i numeri crescono e si accumulano provocando problemi gravissimi”.

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