di Donatella Di Nitto
Roma, 21 ott. (LaPresse) – La legge di Stabilità al Colle non è ancora arrivata ma “spero che sia una questione di poche ore”. Matteo Renzi, uscendo dagli studi della trasmissione ‘Otto e mezzo’ di La7 mette fine al giallo sul testo non ancora giunto all’esame del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, tantomeno in Parlamento, dove era, come da lui stesso annunciato, atteso per oggi.
Il fiato resta sospeso, soprattutto su quali saranno i contenuti messi nero su bianco della legge di Stabilità. E’ per questo che il premier rassicura il Paese, cavalcando un vecchio cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi, proprio lui che in questi giorni lo ha accusato di “copiare male” il programma che fu del Pdl. “La dico berlusconianamente: meno tasse per tutti. Solo che lui – attacca il premier – ha fatto lo slogan è se ne è andato, noi lo facciamo davvero”. “Sono dieci anni – ricorda Renzi – che parliamo solo di Ici, Imu, Tasi, è la tassa più odiata. E non è mai stata tolta. E’ una misura di pancia? Sì. Ma non è elettorale. Vuole parlare agli italiani e dire che stiamo riducendo davvero le tasse”.
Da Lilly Gruber il premier mette in luce alcuni dei lati ancora oscuri del provvedimento, ponendo anche dei paletti primo tra tutti quello sull’innalzamento del tetto per il prelievo del contante: “Su questo non si cambia, siamo pronti a mettere la fiducia”. Una questione fortemente dibattuta a palazzo Chigi che ha ricevuto le critiche del presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone. Renzi però non ha intenzione di fare retromarcia e su quanto affermato dal titolare dell’Anac non ha remore nel dire “credo che non sia vero quello che dice sul limite al contante. Mi riservo di avere un’opinione diversa” perché alzare il limite “è un vantaggio” e “gli italiani devono avere la possibilità di spendere il contante che hanno”.
Il titolare di Palazzo Chigi si dice soddisfatto che gli italiani siano tornati a spendere e sulla polemica dell’Imu sulle case di lusso si tira fuori così: “Non ho mai cambiato idea. C’è stata una incomprensione di fondo”.
Ma a far discutere è e resta l’appoggio di Denis Verdini e del gruppo Ala al governo in Parlamento. Preludio per un ingresso in maggioranza? Secca la risposta di Renzi: “A oggi assolutamente lo escludo. Poi da qui al 2018…”. Puntini di sospensione che sembrano lasciare aperta una porta, immediatamente richiusa da una precisazione dell’ufficio stampa della presidenza del Consiglio: “Verdini e i suoi non fanno e non faranno parte del governo”. Il loro appoggio, si sottolinea sarà su “singoli provvedimenti dellla maggioranza” cosa che riguarda “la libera dinamica politico parlamentare e non la coalizione di governo”.
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