di Donatella di Nitto

Roma, 30 set. (LaPresse) – Un vero e proprio colpo da maestro. Grazie a un inattaccabile emendamento sostitutivo, firmato da Roberto Cociancich, la maggioranza blinda l’articolo 1 del disegno di legge di Riforma costituzionale da eventuali sgambetti o incidenti nell’aula del Senato. Il pericolo poteva venire infatti dai 19 voti segreti a cui il presidente Pietro Grasso aveva dato l’ok, dopo aver dichiarato “ammissibili solo gli emendamenti presentati al V capoverso dell’articolo 1” (la parte del provvedimento modificata dalla Camera). Primo intervento che ha fatto scendere da 908 a 385 gli emendamenti da votare.

E’ qui che si consuma il “delitto perfetto“, commentano alcuni senatori. Tra le norme ammesse infatti spunta l’emendamento sostitutivo Cociancich, un ‘mini-canguro’ che in sostanza riscrive l’intero articolo 1 secondo l’accordo di maggioranza sulle funzioni del Senato facendo decadere tutti gli emendamenti presentati e spazzando via lo spettro del segreto dell’urna. La maggioranza tiene le prime prove di voto, bocciando tutti gli emendamenti a cui il governo aveva dato parere contrario.

Scatenate le opposizione. Calderoli grida alla “truffa”, Bonfrisco accusa Cociancich di essersi prestato “a una volgare macelleria parlamentare”. Ma il più duro di tutti è Tito Di Maggio, fittiano, che definisce il senatore Dem uno “jihadista della maggioranza” che ha fatto “esplodere un emendamento che fa saltare il dibattito parlamentare”. Il dibattito si accende soprattutto quando ad intervenire è il capogruppo del Pd, Luigi Zanda, costretto a ribattere: “Vorrei parlare senza questa gazzarra”.

Placato il forte vocio, grazie a una velata minaccia di Grasso,”chiunque farà caciara…”, Zanda difende il suo parlamentare: “E’ da venti minuti che invece di parlare del soppressivo stiamo insultando un galantuomo che ha presentato un emendamento che, andatevelo a vedere, che è assolutamente uguale a quello di Romani, uguale a quello di Calderoli che lo segue” solo perché “non volete la riforma. Ma noi l’approveremo”.

E dire che prima della scoperta Cociancich, Grasso aveva dichiarato inammissibile il ‘super canguro’ a firma del senatore del Pd, Stefano Esposito. Un emendamento, cosiddetto premissivo, che adottava la stessa modalità con cui Esposito riuscì a cancellare 35mila emendamenti all’Italicum. Se il super-canguro quindi esce dalla porta, dalla finistra entra il ‘mini-canguro’. Di fatto è stato lo stesso Grasso a dire ieri – dichiarando irricevibili i 72 milioni di emendamenti di Calderoli – che il lavoro sugli emendamenti sarebbe stato “un work in progress” e che l’ammissibilità sarebbe stata fatta “articolo per articolo”. La maggioranza comunque ha dimostrato di avere i numeri, anche se bisognerà aspettare domani per vedere se il colpo del ‘mini-canguro’ sarà messo a segno.

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