dall’inviato Donatella Di Nitto

Erfurt (Germania), 22 set. (LaPresse) – E’ tempo che l’Europa agisca unita e compatta sulla crisi dei migranti e che lo faccia già dal Consiglio europeo di domani a Bruxelles. E’ la voce unanime di 11 capi di Stato europei al termine della due giorni di incontri del gruppo Arroiolos, riunitosi quest’anno a Wartburg ed a Erfurt in Germania.

Ed e’ stato proprio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri, durante il primo incontro nella fortezza della Turingia, ad appellarsi ai valori di libertà e democrazia stimolando i Paesi dell’Unione a “prendere decisioni forti” ed auspicando oggi “che nei prossimi giorni il Consiglio europeo raggiunga una buona intesa”.


Della stessa idea tutti i partecipanti al gruppo, che quest’anno vede l’assenza dell’Ungheria, ma anche la presenza attiva della Polonia, nazione che sulla questione migranti, pur avendo ammorbidito la posizione, resta comunque critica. “Io credo che un compromesso sia possibile – ha dichiarato Andzej Duda, presidente polacco -: un accordo che si basi però sulla solidarietà e sul partenariato, senza costrizioni e coercizioni da parte dei Paesi più potenti sugli altri”.

Quello che traspare quindi al termine di questa due giorni è che capi di Stato “operativi ma non esecutivi”, come ha tenuto a ribadire più volte il presidente e padrone di casa Joachim Gauck, abbiamo voluto rinvigorire e rafforzare i valori di unità e coesione dell’Ue, valori che il Consiglio deve sfruttare come base per gestire la sfida epocale dei migranti. Lo stesso Gauck infatti ha rilevato che nei gruppi di lavoro e’ emerso che “quello che ci unisce e’ più di quello che ci divide”.

Sul fronte immigrazione restano certamente diversità nelle risposte che ogni singolo Stato vorrebbe dare, con chi punta più sull’integrazione e chi invece, come l’Austria, vuole cerca la causa della fuga dai Paesi di origine, per adottare di conseguenza “contromisure efficaci”.


Il punto di partenza e’ comunque lo stesso. Ed è stato Mattarella a sottolinearlo: lo scopo della riunione a Erfurt è stato quello di “far crescere lo spirito e l’attitudine collaborativa e mantenere alta la solidarietà” dell’Europa “messa alla prova dalla crisi economica e dal fenomeno migratorio”.


Il capo dello Stato italiano, proprio per il suo ruolo di rappresentate della nazione più esposta a sbarchi e flussi migratori, ha giocato anche la sua partita lontano dal tavolo di lavoro del gruppo.

Oltre al colloquio lungo e proficuo di ieri con Gauck, dove si e’ consolidato una sorta di asse Italia – Germania, Mattarella oggi ha visto in separata sede prima Duda e poi il presidente sloveno Borut Pahor. Con il presidente polacco Mattarella ha ribadito la posizione italiana: vi e’ la necessità che ci sia una risposta condivisa e unanime dell’Europa con l’assunzione di responsabilità di tutti i Paesi, in base ovviamente alle proprie possibilità.

Prima della partenza per Roma, il presidente ha avuto un lungo colloquio con l’omologo sloveno. Quest’ultimo oggi in conferenza stampa si era appellato a tutti i rappresentanti europei “affinché si abbia un consenso comune sulla politico dei religugiati”.

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