Roma, 5 ago. (LaPresse) – “Vorrei uscire dal circolo vizioso, non si può rimettere in sesto l’Italia se prima non si mette in sesto il Pd”. Così, intervistato dal Corriere della sera, l’ex segretario dem, Pierluigi Bersani. “Questo – dice – è il punto di fondo e ne abbiamo un esempio in queste ore. Se qualcuno, a freddo e strumentalmente, si inventa dei Vietnam e dei vietcong, si è autorizzati a pensare che vogliano giustificare il napalm”. “L’unico Vietnam che ho visto io – aggiunge – è stato su Marini e Prodi. Nel Pd ci sono in giro degli esperti di Vietnam”.
Il Pd, spiega Bersani, “ha un problema politico profondo”, cioè il “distacco” sentito dai “militanti” sul territorio, che si chiedono “Chi siamo? Con chi andiamo?”. Ora, prosegue l’ex segretario, è arrivato il momento di “prendere in mano il problema”, perché serve “il partito riformista del secolo”.
Il timore di Bersani è che Matteo Renzi voglia creare un “nemico interno”, ma il rischio è di perdere “un pezzo del partito”. “Io il Pd voglio salvarlo – dice ancora al Corriere – perché è l’unica speranza per l’Italia e mi auguro che la mia preoccupazione sia condivisa da chi dirige il traffico. Qui non c’è in gioco solo il Pd, ma il Paese”.
E i “gufi” a cui accenna sempre Renzi? “Se andiamo avanti con i gufi – dice Bersani – non arriviamo lontano”.
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