Roma, 25 giu. (LaPresse) – “C’è stato uno spostamento dell’asse verso interessi forti, quelli del big business industriale e finanziario. Si mettono grandi banchieri d’affari ovunque: ce n’è uno stuolo a Palazzo Chigi, tutti consiglieri del premier”. Così Stefano Fassina, intervistato dal quotidiano La Repubblica, dopo l’addio al Partito democratico. Per l’ex viceministro dell’Economia, l’unico che “solleva una critica al capitalismo estranea da decenni alla sinistra” è Papa Francesco.

Vogliamo invertirlo – chiede – o rimaniamo subalterni al dominio tedesco sull’eurozona rappresentando interessi forti e sacrificando in cambio quelli diffusi della gente?”. Definitiva la rottura con il presidente del Consiglio e segretario del Pd: “Ho sperato che nascesse una leadership in grado di ascoltare diversi punti di vista – dichiara Fassina -, ma è successo che Renzi ha interpretato quel voto come una forma di autosufficienza, come un’investitura totale. Con i guai che ne sono seguiti”.

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