Roma, 23 mag. (LaPresse) – “Eravamo e siamo sereni. La Corte, come sempre, ha giudicato secondo coscienza e secondo le regole”. Il presidente della Corte Costituzionale Alessandro Criscuolo, intervistato dal quotidiano ‘La Repubblica’ fa il punto sulle pensioni e sulla relativa sentenza. “Se il ministero dell’Economia aveva a cuore i dati sulle pensioni poteva trasmetterli alla Corte”, afferma Criscuolo.

“Non ho nessuna ragione di coltivare una polemica con il ministro Padoan – aggiunge ancora Criscuolo – Ma dare per scontato che la Corte dovesse acquisire i dati prima di decidere sulle pensioni mi sembra che non risponda all’attuale disciplina che regola il funzionamento della Consulta. D’altra parte, acquisire questi dati a cosa doveva condurre? Forse all’accertamento del numero delle pensioni coinvolte? O sarebbero dovuti servire per formare il nostro convincimento? Ma tutto questo non corrisponde alla natura della Corte costituzionale, che opera come un giudice, e quindi non ha la possibilità di aspettare dati che, a tuttora, mi sembrano incerti, perché non si sa qualche sia l’entità del cosiddetto buco determinato dalla sentenza”.

“Io sono d’accordo sul fatto che tra poteri dello Stato, e comunque tra le istituzioni dello Stato, ci debba essere collaborazione – afferma il presidente della Corte Costituzionale -. Ma noi qui stiamo parlando di un’attività di carattere giurisdizionale, sia pure con profili specifici. La Corte non può aspettare di decidere necessariamente solo quando pervengano determinate informazioni. D’altra parte, di quale natura dovevano essere queste informazioni? Se si trattava di dati in possesso dell’autorità amministrativa sarebbe stato opportuno che fossero comunicati alla Corte prima del giudizio”.

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