di Elisabetta Graziani
Roma, 21 mag. (LaPresse) – E’ prudente il ministro dell’Interno Angelino Alfano nella sua informativa urgente in merito al rischio di terrorismo legato agli sbarchi, dopo l’arresto ieri del cittadino marocchino Abdel Majid Touil, sospettato di essere coinvolto la strage al museo Bardo di Tunisi e arrivato il 17 febbraio in Sicilia a bordo di un barcone. Il rischio è di mischiare campagna elettorale e pericolo reale. Per questo il ministro mette le mani avanti e precisa: “Riferirò a quest’Aula i fatti e terrò fuori gli argomenti della campagna elettorale”. Richiamo riproposto in Aula dai deputati di Sel, M5S e Pd. Nel mirino c’è la Lega che ieri ha organizzato un sit-in contro l’immigrazione in piazza Lucina a Roma, approfittando dell’arresto del marocchino, e che oggi in Aula, per bocca del deputato Gianluca Pini, si è spinta a dichiarare che gli sbarchi “servono solo alla Caritas e alla Coop per fare affari”. Intervento che ha provocato la replica fuori programma del ministro Alfano: “La Caritas non si tocca. Esprimo la solidarietà mia e del governo”.
Dopo il ringraziamento di rito alle forze dell’ordine, il ministro ha sottolineato già dalle prime battute che “l’operazione di martedì scorso richiede un’attenta valutazione per poter affermare qualcosa di conclusivo”, occorre infatti ancora ricostruire i movimenti di Touil dal 17 febbraio, giorno dello sbarco in Italia, al 18 marzo, giorno della strage nel museo Bardo di Tunisi in cui morirono 24 persone (fra le quali 4 italiani) e 45 rimasero ferite. In risposta alle accuse che gli sono state rivolte da più parti, arrivate fino alla richiesta di dimissioni formulata dalla Lega, Alfano ci ha tenuto a precisare come, prima dell’attentato, su Touil non ricadesse alcun sospetto. “Al momento in cui il cittadino marocchino fa ingresso in Italia – ha detto – nulla a suo carico era stato segnalato dalle autorità tunisine, né da quelle di altri Paesi. Touil non era ancora considerato, nemmeno allo stato potenziale, un terrorista o comunque un soggetto pericoloso per la sicurezza del nostro Paese”. E, per essere ancora più chiaro, Alfano ha ricordato come già nell’informativa di settembre, da lui promossa, avesse messo in guardia dal possibile pericolo di infiltrazioni terroristiche all’interno dei barconi: “Dissi testualmente che sarebbe stato controintuitivo poter ritenere che il nostro Paese non fosse esposto a questa forma di rischio. Non ho mai escluso, dunque, che questo pericolo potesse concretizzarsi”. Ma, precisa, “nessuna evidenza e nessun riscontro vi è mai stato”. E conclude: “Nessuno può escluderlo, allerta altissima, nessun Paese è a rischio zero”. Infine, un dato concreto: “Nei primi cinque mesi del 2015 sono state eseguite ben 33 espulsioni nei confronti di altrettanti soggetti coinvolti nel fenomeno dell’estremismo islamico, in aggiunta ai 13 provvedimenti analoghi adottati in tutto il 2014”.
Il titolare del Viminale ha quindi riferito gli unici elementi “sui quali si può riferire con certezza” che riguardano quel breve sprazzo di vita di Abdel Majid Touil di cui si è a conoscenza. “Touil – ha riferito Alfano – era giunto lo scorso 17 febbraio a Porto Empedocle, dopo avere viaggiato a bordo di un barcone ed essere stato soccorso in mare. Intercettato all’arrivo, lo straniero, che risulta aver fornito false generalità, veniva fotosegnalato con conseguente rilevamento delle impronte digitali. Nei suoi confronti il questore di Agrigento ha poi disposto il respingimento, intimandone l’allontanamento dal territorio nazionale. Al momento in cui il cittadino marocchino fa ingresso in Italia, nulla a suo carico era stato segnalato dalle autorità tunisine né da quelle di altri Paesi. Poi entrambe le agenzie, l’AISI e l’AISE, ne inseriscono il nome nell’elenco delle persone sospettate di avere partecipato all’azione terroristica di Tunisi, mentre, a sua volta, il tribunale tunisino, ritenendolo coinvolto nella fase organizzativa dell’attentato, emette a suo carico un mandato di arresto internazionale, che viene diffuso, ai fini estradizionali, dal circuito Interpol”.
La ricostruzione prosegue: “Conseguentemente, il nominativo di Touil veniva segnalato a ogni questura e alle diverse articolazioni di polizia presenti sul territorio nazionale per le attività di ricerca. Le indagini sono poi proseguite anche grazie all’incrocio dei dati in nostro possesso con quelli provenienti da una denuncia di smarrimento del passaporto di un cittadino marocchino, presentata dalla madre del Touil alla stazione dei carabinieri di Trezzano sul Naviglio alla metà di aprile scorso. A questo punto, è stata svolta una mirata attività di polizia, eseguita dalla Digos e dal reparto anticrimine dell’Arma dei carabinieri di Milano, che ha consentito di localizzare il giovane marocchino nel comune di Gaggiano e di pianificare l’operazione del 19 maggio, che ne avrebbe accertato l’effettiva identità e consentito l’arresto”. E si arriva ai fatti più recenti: “Dopo un primo approccio che ha confermato il sospetto che si fosse in presenza del soggetto segnalato dalle autorità tunisine, è stata richiesta alla competente autorità giudiziaria l’autorizzazione al prelievo del Dna. A questa autorizzazione e al prelievo Touil non ha opposto resistenza. Contestualmente, veniva eseguita presso l’abitazione della madre e dei due fratelli, tutti soggiornanti in Italia, anche una perquisizione domiciliare con conseguente sequestro di alcuni effetti personali. Tra questi effetti, due pen drive, il telefono cellulare e alcuni appunti di cui il giovane era in possesso, materiale che verrà naturalmente utilizzato per ulteriori approfondimenti investigativi”.
In merito ai contenuti dell’informativa urgente ha ribattuto la deputata di M5S Maria Edera Spadoni, denunciando una falla nelle indagini. “Roberto Di Natale, procuratore capo di Agrigento, proprio ieri, aveva dichiarato: qui è un gran caos. Da una parte, c’era il procedimento di espulsione, dall’altra non c’è stata la possibilità di verificare se effettivamente questo cittadino marocchino fosse uscito effettivamente dall’Italia”, ha sottolineato, ventilando la possibilità che si sia di fronte a uno scambio di persone.
Diverse le risposte di Lega e Forza Italia che hanno attaccato direttamente il governo. I leghisti Pini e Massimiliano Fedriga hanno parlato di “corresponsabilità dell’esecutivo” e hanno chiesto che il presidente del Consiglio Matteo Renzi riferisca in Aula. Il capogruppo di Fi, Renato Brunetta, ha denunciato la subalternità dell’Italia e in particolare del premier Renzi nelle questioni internazionali, invitandolo a fare autocritica. Mentre Fabrizio Cicchitto (Ap) e Andrea Manciulli (Pd) hanno difeso l’operato del ministro, invitando a evitare sterili strumentalizzazioni e sottolineando la necessità di prudenza.
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